Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
D’Angelo, il neomelodico antimafia «Canto la mia speranza per Foggia»
Il video del brano «Guaglione» registra un boom di visualizzazioni su YouTube «Mi rivolgo ai ragazzi affinché non si arrendano a un destino che sembra segnato»
«Foggia non è solo malavita. Ci sono tante cose belle che dovrebbero essere valorizzate. È questo il messaggio che voglio trasmettere ai ragazzi della mia città con la nuova canzone Guaglione».
Giovanni D’Angelo, 26 anni cantautore foggiano sta portando in giro il suo nuovo lavoro discografico il cui testo, firmato insieme a Vito Coccia, intende ribaltare gli stereotipi e alcuni messaggi del genere neomelodico. Il video, girato tra le strade di Foggia e realizdalla casa di produzione “Think Cattleya Maestro” con la consulenza di Chap 19 su You Tube ha già oltre 90 mila visualizzazioni.
Giovanni come è nata “Guaglione”?
«È nata grazie ad un progetto di carattere sociale nell’ambito della Consulta provinciale della legalità sostenuto da Provincia di Foggia, Teatro Pubblico Pugliese, Fondazione dei Monti Uniti di Foggia e Centro di Servizio al Volontariato. Abbiamo accettato subito la proposta perché volevamo far capire che la canzone napoletana o i cantanti neomelodici non sono solo quelli che inneggiano alla criminalità, che mandano messaggi negativi e che purtroppo sono super gettonati anche tra gli adolescenti del nostro territorio. Ci sono molti che lanciano messaggi d’amore e di speranza. Proprio come la mia nuova canzone».
Qual è il messaggio di “Guaglione”?
«Nella canzone racconto storie di ragazzi che hanno inzato trapreso strade sbagliate e che, per questo, rischiano di perdere gli anni migliori della loro vita. Giovanissimi che si trovano a compiere delle scelte che potranno segnare il loro futuro o che rischiano di arrendersi a un destino che sembra già segnato. Il messaggio è che si può cambiare nuovamente strada. Perché altrimenti si rischia, come racconto nella canzone, di vivere in una stanza gelata, ossia la cella del carcere».
Molto spesso lo stereotipo del cantante neomelodico è associato alla malavita. Anche lei a dicembre del 2022 venne escluso dal cartellone degli eventi di Natale per
una canzone?
«È una storia vecchia che non mi piace ricordare. Nacque tutto per una polemica strumentale. Così fui escluso dal cartellone. Io ho studiato pianoforte per otto anni e cantato per quattro al conservatorio. A 12 anni ho vinto il contest “Talent Scout” di Gigi D’Alessio. Continuo a studiare perché la musica, soprattutto quelle napoletana, mi piace tanto.».
Crede che il messaggio di “Guaglione” possa arrivare ai ragazzi di Foggia?
«Lo spero. A Foggia abbiamo molti problemi. Lo sanno tutti che in città c’è un alto uso di droga e di alcol. Voglio dire a questi ragazzi che i problemi non si affrontano in questo modo. Ci sono altre soluzioni. Come la cultura e la musica. Al posto di andare in giro ad ubriacarsi, prendessero una chitarra e iniziassero a suonare e cantare insieme agli amici. Bisogna impegnarsi e studiare. Poi soddisfazioni e sballo. Ma quello sano».
La musica, l’arte, la cultura possono davvero cambiare le persone?
«Certo che può cambiare le persone, soprattutto i giovani. Il 22 marzo terrò un concerto al Teatro del Fuoco il cui ricavato sarà devoluto alla parrocchia Sacro Cuore di Foggia che si trova al Candelaro, un quartiere difficile. Mi aspetto che ci siano tanti ragazzi per capire che una speranza c’è perché il futuro, anche della nostra Foggia, sono loro».
Giovanni D’Angelo Abbiamo accettato la proposta della Consulta per la legalità per far capire che i neomelodici non inneggiano soltanto alla criminalità