Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Da San Severo uno spumante leggero e delicato
Per anni confuso con il Trebbiano, il Bombino Bianco sembra essere, stando agli esami genetici, una varietà autoctona pugliese, poi diffusasi lungo la fascia adriatica centromeridionale. Lasciando aperta l’incertezza sulle sue origini, ma il fascino del vino è anche questo, di certo è che il Bombino bianco è una delle varietà più diffuse in Puglia, in particolare modo nel nord barese, ma soprattutto nelle provincia di Foggia. Per le sue caratteristiche, scarsi profumi e buon acidità, è stato usato in passato per dare completezza ad altri vitigni e per alcuni anni anche come base per i vermouth. Le sue vinificazioni in purezza sono relativamente scarse, per i volumi prodotti, ma trova utilizzo, sempre più frequentemente, come base per la produzione di spumanti Metodo Classico, rivelandosi un formidabile protagonista quando opportunamente vinificato. Determinante la sua acidità ed il suo basso tenore alcolico, specie quando non si tarda nella vendemmia. La forma tradizionale di coltivazione è quella a tendone che trova oggi maggior giustificazione con l’innalzamento delle temperature estive, ma non mancano anche coltivazioni a cordone speronato e guyot , che con opportune gestioni della fogliazione, raggiungono lo stesso risultato.
È il caso dei 6 ettari di proprietà del duo Antonio Pisante e Leonardo Battello, che coltivano, nell’agro di San Severo, uve prevalentemente autoctone (Bombino, Falanghina e Nero di Troia) interamente dedicate alla produzione di spumanti Metodo Classico. Tra questi segnaliamo il Pas Dosè 30 mesi sui lieviti ottenuto esclusivamente da Bombino. Paglierino con note olfattive che richiamano profumi di mela verde, agrumi, nocciola e sfumature floreali. La bocca è fresca, lievemente sapida, con ritorni di frutta fragrante. Finale che ricorda la mandorla verde con bolla fine, cremosa ed elegante.