Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Squadra e società, sbagliano tutti»
Quattordicesimo in classifica, primo per delusione. Il Bari vive un momento di ordinaria negatività ormai. Amarezze su amarezze, partita dopo partita, che hanno causato un autentico scollamento con la tifoseria. Erano una cosa sola, squadra e supporter, solo fino a qualche mese fa. Sono diventati quasi avversari oggi, come testimoniano le contestazioni ormai abituali, come confermano i commenti piccati sui social. D’altronde non è solo un fatto di «pancia», ma proprio perdita della pazienza.
«Non sta funzionando nulla afferma Angelo Terracenere, vecchia bandiera del Bari anni ’90 -. La società sta sbagliando, la dirigenza pure, così come i calciatori, che sono quelli che scendono in campo e avrebbero la capacità di cambiare le cose. Penso sia a ogni modo arrivato il momento di sostituire la guida tecnica e di tornare a Mignani. In questo modo i giocatori non avrebbero più scuse. In assoluto mi sento di dire una cosa: la squadra è stata costruita male. Il mercato è stato a dir poco scandaloso».
Parole chiare e dure, che vanno a colpire soprattutto chi avrebbe dovuto prendere le decisioni giuste al momento opportuno. Invece ora ci si piange addosso. «I casi sono due - è il parere di Franco Spagnuolo, presidente dell’associazione La Bari siamo noi -: se il direttore sportivo Polito ha avuto carta bianca nella costruzione della squadra, va esonerato. Se invece è stato condizionato dalla carenza di investimenti da parte della proprietà, sarebbe opportuno che si dimettesse. In un caso o nell’altro è giusto che le sue strade e le nostre si dividano». Parere condiviso, tra i tifosi, che non si capacitano di come, nell’arco di qualche mese, si sia passati da una quasi serie A a un campionato, nella migliore delle ipotesi, anonimo. «Tutto è cominciato - analizza Spagnuolo - da quel lungo silenzio di inizio stagione. Non si capiva bene dove si sarebbe andati a parare. Poi si è scelto di ripartire da Mignani, salvo cambiare idea alla prima occasione utile. Quello che manca è la programmazione. I De Laurentiis devono farci capire cosa vogliono fare. Non sono un problema in assoluto; se scegliessero il Bari, personalmente sarei felicissimo. Ma questa coesistenza con il Napoli non porta da nessuna parte».
Un discorso che prescinde, quindi, dalla situazione contingente, per comprendere una condizione assai più ampia e a 360 gradi. In quest’ottica anche la scelta del sostituto di Marino non convince. «Si è preso Marino perché definito un maestro - conclude Spagnuolo - ma in realtà erano anni che non otteneva risultati. Ora si parla di Cannavaro. Ma, con tutto il rispetto per il campione del mondo, da allenatore non ha ottenuto nulla. Non è più tempo di scommesse, serve un sergente di ferro, uno che sappia come gestire situazioni così complicate».