Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Anche l’Apulia film commission fa appello al sostegno dei privati
Finiti i soldi europei per la cultura, il futuro è un punto interrogativo
Il trionfo del 2023 e le preoccupazioni per il 2024. È quanto è emerso ieri nella conferenza stampa al Cineporto di Bari durante la quale è stato presentato il bilancio di Apulia Film Commission per l’anno appena trascorso. I numeri parlano chiaro: 741 giornate di lavorazione, 939 maestranze pugliesi impiegate, 8 coproduzioni internazionali, 45 prodotti audiovisivi in Puglia, tra cui 7 serie tv e 19 lungometraggi. Insomma, come se in questa regione fossero stati girati, ogni giorno, almeno due lavori. ««L’articolato sistema di interventi inquadrati verso la produzione audiovisiva e a tutte le attività di divulgazione del sistema cinematografico in Puglia anche quest’anno ha prodotto rilevanti risultati. Il 2023 ha dato risultati davvero straordinari, confermando ancora una volta che tutto il territorio pugliese è diventato una location per tutto l’anno», ha commentato Anna Maria Tosto, presidente di Apulia Film Commission, presente insieme al direttore generale Antonio Parente e a Grazia Di Bari, consigliera regionale con delega alla cultura.
Sono stati 72, infatti, i paesi coinvolti da riprese di prodotti audiovisivi. E, tra questi, Bari si inquadra come città con il numero maggiore di produzioni ospitate. Gran parte di queste opere ha ricevuto il contributo di Regione Puglia e Apulia Film Commission, attraverso l’Apulia Film Fund, strumento regionale dedicato al sostegno delle opere audiovisive. E i risultati sono evidenti: nell’ultimo anno, rispetto ai 5 milioni di euro stanziati, c’è stata una ricaduta potenziale dell’indotto diretto di oltre 17,7 milioni di euro e un potenziale indotto indiretto di oltre 35 milioni. Il quale impatta a 360 gradi nelle economie del territorio pugliese. Nello stesso tempo, è attivo anche Apulia Development Film Fund, fondo destinato a incoraggiare le creazioni dei giovani autori.
Un set a cielo aperto che ha visto la regione essere teatro di un gran numero di produzioni, da Comandante a Palazzina Laf. Ma anche di documentari e prodotti di animazione. Oltre che successi disponibili sulle piattaforme, come The Swarm, dove Trani si trasforma nella Francia e la costa di Otranto nella Norvegia. Ma il vero «case study» resta Le indagini di Lolita Lobosco, che ha registrato numeri da capogiro. Anche in questo caso triplicando, in termini di risultati ottenuti facendo riferimento alla prima stagione, la cifra dei contributi erogati.
Infine, il linguaggio del cinema passa anche attraverso gli incontri. E quindi festival (32 nel 2023) e giornate dedicate all’audiovisivo nei contenitori direttamente gestiti da Apulia Film Commission: Mediateca Regionale Pugliese, Cineporti di Puglia e l’Apulia Film House.
Tuttavia, a fronte del quadro roseo che ha caratterizzato il 2023, il futuro si prospetta tetro. «Per poter continuare nel 2024 avremmo bisogno di analoghe importanti risorse, ma il panorama non è lo stesso del 2023. Siamo preoccupati, la nuova programmazione europea non prevede sostegni alla cultura. La regione, poi, è impegnata, strenuamente ma finora senza riscontro, nel tentativo di sbloccare i fondi di sviluppo e coesione», ha concluso Tosto. Lanciando anche un appello: «Si potrebbe immaginare un sostegno che non venga dal pubblico. A partire da un supporto ai Cineporti, che presentano strutture che stanno decadendo. Un sostegno che porterebbe vantaggi e linfa, vista anche la funzione di moltiplicatore culturale ed economico. Sarebbe bello che il mondo imprenditoriale pugliese cominciasse a collaborare».