Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il diverbio per una ragazza, poi la fuga e gli spari A Bari arrestati tre giovani
L’aggressione avvenuta all’esterno di una discoteca
Una lite in discoteca per la ragazza di un altro, un’aggressione fisica e, in risposta, un’altra aggressione armata con tanto di inseguimento in macchina, solo per caso non finita in tragedia. È quanto successo all’alba del 21 gennaio scorso, a Bari, tra la discoteca Demodé di Modugno e il quartiere San Girolamo, quando nove colpi di pistola furono esplosi da una macchina a un’altra senza - incredibilmente - provocare feriti. Le indagini dei poliziotti della Squadra mobile guidata da Filippo Portoghese non sono durate a lungo, perché nei giorni scorsi in tre giovani baresi di 20, 26 e 28 anni (Massimiliano Biasi, Michele Portoghese e Michele D’Addabbo) sono stati arrestati, e sono ora in carcere, con le accuse di tentato omicidio e porto e detenzione illegale di armi aggravati dal metodo mafioso. Ieri i tre, interrogati davanti al gip Giuseppe Montemurro, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Quella notte, tra le 3 e le 4, il gruppo si trovava nella discoteca di Modugno insieme a centinaia di altri coetanei. A un certo punto, Biasi avrebbe «importunato» la fidanzata di un altro ragazzo minorenne, che avrebbe reagito aggredendolo fisicamente: «Fra me e quel ragazzo c’è stata una colluttazione al bagno, io non mi sono fatto niente. Lui si è fatto male in faccia, aveva il sangue al volto. Due cazzotti gli ho tirato», ha detto agli inquirenti l’altro. I fatti però non sono finiti lì. Perché qualche ora dopo la lite i tre, su una 500X nera, si sono messi all’inseguimento della macchina (un’altra 500X, bianca) con a bordo il ragazzo che avrebbe picchiato Biasi. L’inseguimento sarebbe durato per un po’, poi l’auto nera avrebbe superato e tagliato la strada a quella bianca, costringendola a fermarsi. A quel punto, secondo quanto raccolto dagli inquirenti, D’Addabbo e Portoghese sarebbero scesi dall’auto con due pistole in mano e le avrebbero puntate ad altezza d’uomo, mentre Biasi si sarebbe avvicinato all’altra macchina e avrebbe aperto lo sportello cercando di tirar fuori il ragazzo che l’aveva picchiato.
Un piano però fallito, perché la 500X bianca è riuscita a invertire la rotta e a ripartire. A quel punto, D’Addabbo e Portoghese avrebbero esploso nove colpi di pistola verso la macchina che si allontanava, riuscendo a colpire solamente di striscio una maniglia posteriore prima di andare via. All’aggressione, per puro caso, ha assistito dal balcone di casa propria un sovrintendente capo della polizia, che ha chiamato i colleghi e presentato una dettagliata relazione su quanto accaduto (con tanto di numeri di targa dei veicoli coinvolti), permettendo agli agenti di individuare e arrestare i responsabili in pochi giorni.