Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
UN SULTANATO ALLA PUGLIESE
Un tempo, interpellato sul terzo mandato dei governatori regionali, Michele Emiliano rispose al Corriere della Sera: «Gli uomini di Stato le leggi devono applicarle, senza cedere alle tentazioni di assecondare ambizioni personali». Correvano gli anni del secondo governo Berlusconi, e l’allora magistrato stava preparando la discesa in campo come sindaco di Bari. Poi deve aver cambiato idea, fino a sostenere il disegno di legge leghista sulla necessità di introdurre il terzo mandato (su cui anche la coalizione di governo sembra nutrire notevoli dubbi): «In Puglia il problema del terzo mandato non esiste, noi non abbiamo limiti di mandato, in teoria il presidente si può ricandidare 100 volte», aprendo di fatto alla nascita di un “sultanato”.
Se si considera Bari come la città economicamente e culturalmente più importante di Puglia, Emiliano si può dire che la “governi” ininterrottamente già da 20 anni: dal 2004 al 2014 da sindaco, dal 2015 al 2025 (termine dell’attuale mandato) da governatore. E se dovesse riuscirgli di accodarvi anche un terzo mandato, la sua epopea sarà durata dal 2004 al 2030. Certo si potrebbe eccepire che prima di lui sia Vincenzo De Luca (prima sindaco di Salerno, oggi governatore della Campania) che Luca Zaia (prima presidente della Provincia di Treviso, quindi governatore del Veneto da tre mandati) hanno conosciuto la stessa longevità politica, così come qualcuno potrebbe opporre l’obiezione che nessuno di loro era un magistrato (Emiliano non si è mai dimesso ma è rimasto in aspettativa), tuttavia il “nocciolo dell’atomo” non sembrano né il limite dei mandati né la norma che lo regola, bensì l’opportunità di rappresentare una comunità per così tanto tempo senza lasciare che nuove idee, nuovi entusiasmi e soprattutto nuovi equilibri favoriscano un avvicendamento del consenso. In materia di ricambio biologico del potere una volta tanto l’esempio viene dal mondo accademico, che anni fa (legge 240/2010, cosiddetta riforma Gelmini) per impedire la stagnazione baronale nelle università stabilì che i rettori degli atenei pubblici rimanessero in carica per un mandato unico di sei anni, non rinnovabile.
Se Michele Emiliano dovesse candidarsi ed essere eletto per il terzo mandato consecutivo da presidente della Regione Puglia, stabilirebbe (a livello territoriale) un precedente difficilmente eguagliabile e aprirebbe – per abilità personali nel dialogo trasversale e inconsistenza dell’opposizione – un vero e proprio “sultanato”. Una egemonia democratica come quella di certi ascolti televisivi, che non sembrano curarsi del fatto che l’auditel in qualche circostanza non coincide con lo share.