Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
MA AL SUD PIOVE SUL BAGNATO
«In fondo siamo un grande Paese!», concludono i cosiddetti politici, per motivare i vari infortuni delle nostre amministrazioni o del governo nazionale. Certo, siamo un grande Paese, ma non così grande, se basta una frana per separare – si dice per 30 giorni – tutto il Sud-est della penisola, da Roma e viceversa. Certo, una frana è un evento naturale, causato dalle grandi piogge del cambio di stagione. Resta, però, il fatto che l’instabilità geologica dell’Appenino meridionale non è di oggi; né è da oggi che le ferrovie nazionali non dispongano di binari alternativi, rispetto alle tratte più frequentate, quando queste siano interrotte da eventi naturali negativi.
In realtà, a parte l’area padana fino alla laguna veneta, il territorio italiano non è altro che un doppio versante repentino verso i due mari a est e a ovest, con variazioni frequentissime della consistenza del suolo. Da Bari verso Roma, il salto con bus delle zone ammalorate è un espediente di rito dagli anni ’50 del secolo scorso, accanto ai ritardi estenuanti anche quando la strada ferrata appare integra e sicura. Ogni volta, tuttavia, le dichiarazioni ufficiali chiamano in causa l’imprevisto, i prolungati temporali ed altre attenuanti.
È vero, invece, che nelle aree a sud di Roma l’intera politica dei trasporti, già debole nelle città, è stata compromessa dalla mancanza di progettazione a lunga scadenza, tenendo anche conto della conformazione dei luoghi. E così le necessità della gente sembrano avere poca voce in capitolo. Oggi il viaggio per lavoro, istruzione, turismo interno, grava in larga misura su strada e su rotaia, e anzi tutta la società occidentale è caratterizzata da spostamenti di persone e di merci, fino alle necessarie permanenze lontano da casa. È la modernità, viene da dire, e fuori da questi ritmi di non stanzialità, si rischia di tornare a vecchi modi di vivere o a rapporti sociali chiusi, lenti e ripetitivi. Vogliamo che al Sud torni lo spettro del passato? Né ci rinfranca l’idea di una BariNapoli sempre sollecitata, e quasi mai partita veramente.
Inutile aggiungere che l’aumento speculativo del prezzo dei voli su Roma, e ritorno a Bari è gravissimo. Anche qui insistono evidenti responsabilità politiche, dato che la legge della domanda e dell’offerta non può autorizzare la rapina privata per mancanza di alternative di viaggio. Quando un pezzo di un Paese è separato da un altro, e quasi isolato, il mercato deve diventare controllato: se questo non avviene, il grande Paese diviene una grande giungla, e la società regredisce, invece di aggiornarsi. Vietato fingere di non accorgersene.