Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Il Sud sta già scaldando i motori»
Paolo Scudieri, presidente di Anfia Automotive, guarda al futuro con ottimismo «Le università sfornano grandi professionalità. E il mercato è tutto da aggredire»
L’automotive e il Mezzogiorno, tra innovazione tecnologica, tematiche ambientali e scenari globali. Temi da approfondire con Paolo Scudieri, presidente del cda di Anfia Automotive (società consortile di Anfia), cogliendo l’occasione per analizzare le dinamiche future del settore.
Qual è lo scenario attuale dell’automotive?
«Partirei dal fotografare quello che il settore automotive rappresenta per l’intero Paese prima di parlare delle potenzialità del Mezzogiorno: è un pilastro economico fondamentale per la nostra economia perché ha delle ricadute importantissime nelle dinamiche del gettito fiscale, nella crescita occupazionale e nel sostenere i volumi dell’export. Tra l’altro, anche nell’innovazione tecnologica siamo all’avanguardia e questo, insieme agli aspetti che ho già elencato, rende tutta la filiera legata al mondo dell’auto strategica per l’Italia».
E al Sud il comparto che situazione vive?
«Il Mezzogiorno è un’area che offre una serie di potenzialità ancora inespresse. A partire dai tanti giovani che si stanno specializzando grazie a dei percorsi formativi che sono in grado di dare risposte specifiche alle richieste di nuove professionalità per sviluppare le auto del futuro. E tutto questo è possibile anche grazie all’ottimo lavoro messo in campo dalle università delle varie città che stanno supportando questo cambiamento epocale».
E in ottica industriale?
«Siamo di fronte ad un bivio. È necessaria una crescita dimensionale che consenta alle singole realtà del settore, componentistica compresa, di fare un importante passo avanti necessario a garantire la capacità di competere in un contesto di mercato che è sempre più globale. Con indubbi vantaggi sulle economie di scala, sul maggior peso contrattuale nel rapporto, che esiste già, tra il sistema finanziario e quello aziendale, e con la possibilità di guardare a delle opportunità di mergers and acquisitions, se presenti, agevolate dall’interesse di investitori esterni».
Produzione e mercato, invece, come se la passano?
«Proprio in queste settimane abbiamo registrato un segnale incoraggiante che riguarda lo stabilimento di Pomigliano d’Arco: produrrà la nuova Pandina, con un evidente incremento dell’attività produttiva, di circa il 20%, dando nuova linfa alla stabilità occupazionale almeno fino al 2027. Ma c’è un altro aspetto sostanziale dello scenario, quello legato alle tematiche ambientali. Perché nel nostro Paese circolano circa 20 milioni di auto che rientrano nelle omologazioni da Euro 0 (o precedenti) ad Euro 4, cioè molto inquinanti, ma anche meno sicure perché dotate di sistemi di sicurezza obsoleti. Ebbene, circa il 75% di queste si trova nel Mezzogiorno».
Trovando quale soluzione?
«Con il giusto supporto degli incentivi messi in campo dal governo, proprio le regioni del Sud potrebbero rappresentare una fetta di mercato di assoluto interesse per tutto il settore, diventando una sorta di volano sia per le singole economie locali, sia per quella nazionale».