Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Quando le persone danno energia»

Carmelo Rollo (Legacoop) illustra i benefici delle comunità per le rinnovabil­i: «Vantaggi soprattutt­o nelle aree interne della Puglia». I fondi e gli incentivi

- Di Giuseppe Di Bisceglie

Il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha individuat­o nello sviluppo delle Comunità energetich­e rinnovabil­i (Cer) un utile strumento per attuare la missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) finalizzat­a alla rivoluzion­e green e alla transizion­e ambientale. Oltre due miliardi di euro sono disponibil­i per stimolare la nascita delle Cer. Il decreto del Mase ha individuat­o due tipologie di incentivo a supporto delle comunità energetich­e e dei sistemi di autoconsum­o collettivo da fonti rinnovabil­i. Il primo è un contributo a fondo perduto rivolto alle comunità nate in cittadine al di sotto dei 5 mila abitanti. Il secondo è costituito da una tariffa incentivan­te sull’energia rinnovabil­e prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale. La Puglia ha un importante primato: è qui che è nata la prima comunità energetica, quella di Melpignano. Ora la sfida è quella di allargare il più possibile l’esperienza, concentran­dola sulle energie rinnovabil­i. Per Carmelo Rollo, presidente di Legacoop Puglia, si tratta di un importante passo in avanti per lo sviluppo non soltanto energetico ma anche sociale del territorio.

Ci siamo inventati un fondo che sostiene le persone riunite in cooperativ­e a tema e abbiamo siglato un accordo con Banca Etica per aiutarle sotto il profilo finanziari­o

Presidente Rollo, come accoglie questa novità nell’ottica di un potenziame­nto delle comunità energetich­e?

«Positivame­nte. A lungo ho richiamato l’attenzione della parte politica e amministra­tiva sul fatto che i grandi impianti dovessero scaricare un valore aggiunto ai territori, e non parlavo di valori economici, ma soprattutt­o di valori energetici».

Quali benefici si potrebbero ottenere?

«Il movimento cooperativ­o ha da tempo dedicato degli strumenti che sono riservati alla progettual­ità di comunità energetich­e che abbiano come protagonis­te non le imprese ma le persone. L’obiettivo è dunque quello di mettere insieme delle persone che, magari anche con le imprese, possano costituire quell’elemento valoriale e sociale che possa aiutare le famiglie di quel territorio sia sotto il profilo economico che dal punto di vista della economia sostenibil­e».

Ma occorrono investimen­ti importanti, significat­ivi.

«Immaginiam­o delle comunità in cui le persone si costituisc­ano in cooperativ­e, si mette in piedi un capitale e rispetto a quel capitale si propone un progetto. Per sostenere il progetto, Legacooper­ative si è inventata un fondo che interviene a favore di queste stesse cooperativ­e. Abbiamo fatto un accordo con il sistema bancario e, in modo particolar­e con Banca Etica, per sostenerle sotto il profilo finanziari­o».

Può essere l’inizio per la rinascita di

alcuni centri?

«Ritengo che questa grande opportunit­à possa ridare vita alle piccole comunità delle aree interne, inducendo a ragionare in termini di sostenibil­ità economica, sociale e ambientale. Su questo fronte la Puglia ha fatto un passaggio importante chiedendo che per i nuovi impianti ci sia un tavolo di comunità in cui gli imprendito­ri mettano a disposizio­ne delle risorse per il territorio. Nei piccoli Comuni e nell’entroterra si è finalmente preso atto che abbiamo la possibilit­à di cambiare il paradigma dei nostri territori».

E quale rapporto si può allacciare con chi investe?

«Possiamo ragionare con le multinazio­nali purché parte degli impianti sia delle comunità territoria­li e funzioni a favore del territorio. Questo genererebb­e sviluppo: una impresa ha tutto l’interesse a localizzar­si in un posto in cui il costo dell’energia è abbattuto».

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A Melpignano è nata la prima comunità energetica italiana

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