Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Maria Pia De Vito: «Napoli e Brasile, la stessa saudade»
Stesso parallelo geografico con New York, ma latitudine tropicale che porta dritti a metà strada tra Bahia e Rio de Janeiro. Napoli chiama Brasile con Maria Pia De Vito, cantante partenopea che viaggia lungo i confini del jazz sulla «Linha de Passe», linea di passaggio condivisa da oltre dieci anni con il chitarrista brasiliano (di origini honduregne) Roberto Taufic, tra i musicisti che avevano partecipato alla realizzazione dell’album Core (Coração) concretizzatosi nell’incontro con Guinga e Chico Buarque e la trasposizione dal portoghese in napoletano di alcuni capolavori della musica brasiliana, fianco a fianco con gli autori. Ma a volte anche mescolando i due mondi, unendo Água e vinho di Egberto Gismonti a Voce ’e notte. De Vito e Taufic terranno domani un doppio concerto (alle 20 e alle 22) a Lecce, nella sede di Nasca Il teatro, per la rassegna Good Vibes diretta da Marco Bardoscia, quale ideale proseguimento di quel progetto in cui Construçao e Trocando em miudos di Buarque, tanto per dirne due, diventano ’A costruzione e Facimmo ampresso.
De Vito, ormai il suo “coração” batte forte tra Napoli e il Brasile.
«A Napoli le culture si sono sempre mescolate. Ne abbiamo testimonianza in una lingua che è un coacervo di tanti idiomi e che, ho scoperto nel realizzare le traduzioni del disco, è molto più vicina al brasiliano di quanto non lo sia l’italiano, lingua romanza come il portoghese. Trovare, poi, corrispondenza nell’amicizia poetica che si è sviluppata con Guinga e Chico Buarque ha fatto inevitabilmente battere il mio cuore anche oltreoceano».
In che modo questo live prosegue l’esperienza del disco?
«Partendo dagli stessi materiali, qui c’è più un lavoro
sulle forme dell’improvvisazione. Ma abbiamo contemporaneamente elaborato brani nuovi di Djavan e altri autori. Ed anche di questi ho realizzato le traduzioni in napoletano».
Per esempio?
«A medida da paixão di Lenine, ma anche di altre canzoni di Buarque, come Samba e amor, Almanaque e Cotidiano, un pezzo nel quale un uomo parla dei gesti d’amore che la sua donna compie sempre uguali e che ho declinato al femminile, facendo prendere al brano una piega più divertente. L’idea è di fare un secondo disco, ma in formazione allargata, com’era successo per Core (Coração)».
C’è sempre stata una forte simbiosi tra Napoli e il Brasile se pensiamo a Ornella Vanoni che canta “Anema e core” come un samba partenopeo o a Caetano Veloso che interpreta “Luna Rossa”.
«Una volta Caetano Veloso ha detto che i popoli di Napoli e Bahia, la sua città, si assomigliano perché sono entrambi impertinenti. E in effetti lo sono, accomunati da un’ironia divertente e amara, per aver visto nei secoli cose dolorose che non cambiano nel tempo. Ma anche per l’afflato di malinconia e saudade che produce quei meravigliosi slanci lirici nei testi e nella musica che ho portato al centro di questo progetto».