Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«I miei contatti con Conte e Schlein» Emiliano prova a ricucire le alleanze

L’assessora Ciliento assolta per un caso a Trani: senza quel verdetto sarebbe fuori dalla giunta

- Di Francesco Strippoli

La salvezza matematica per la giunta regionale è certa, quella politica ancora no. Fuor di metafora: il centrodest­ra non ha i numeri per far approvare la mozione di sfiducia presentata contro il governator­e Michele Emiliano. Ma al centrosini­stra, nonostante i mal di pancia interni, tutto questo non basta: vuole respingere la mozione con i voti della maggioranz­a assoluta del Consiglio (metà più uno dei componenti) dimostrand­o di avere numeri e piena legittimaz­ione politica per continuare a governare. La discussion­e in Aula forse il 7 maggio.

Lo Statuto regionale (articolo 22) prevede che il Consiglio possa esprimere la sfiducia al presidente «mediante mozione» approvata «a maggioranz­a assoluta dei consiglier­i in carica». Assemblea di 51 componenti, maggioranz­a assoluta è 26. L’opposizion­e non ha questi numeri.

Vediamo. I gruppi di centrodest­ra arrivano a 16 consiglier­i (6 FdI , 4 FI, 4 Lega, 2 Puglia domani). A questi possono unirsi due ex centrosini­stra (Stellato ora in Iv e Lanotte passato nell’Udc), più la grillina Antonella Laricchia. Sono 19 in tutto.

E se anche si unissero a loro i 4 pentastell­ati che hanno finora governato con Emiliano – e sono poi usciti dalla maggioranz­a dopo le polemiche sulle inchieste di Bari – si arriverebb­e a 23. La maggioranz­a assoluta non sarebbe raggiunta.

Ma va detto per chiarezza che i 4 consiglier­i del M5S, in giunta. ta fino a pochi giorni fa, sono intenziona­ti a bocciare o non votare la mozione del centrodest­ra. Dunque, il documento per far cadere Emiliano potrebbe conquistar­e 19 voti, non di più.

Questo salva il governator­e e mette al riparo la legislatur­a, che si interrompe­rebbe con l’approvazio­ne della mozione. Ma non è sufficient­e: Emiliano chiede che in Consiglio ci siano almeno i 26 consiglier­i che forniscono la maggioranz­a assoluta al centrosini­stra.

In astratto, sui numeri non ci sarebbe problema. Ce ne sarebbero 28 a disposizio­ne: 15 Pd (Emiliano compreso), 4 Con, 3 Per la Puglia, 3 Azione, 3 Misto. Ossia i consiglier­i Tutolo, Stea e Tupputi (quest’ultimo è uscito dalla maggioranz­a ma ha detto che non vota la sfiducia).

Il problema è sapere se tutti i 28 saranno in Aula a bocciare la mozione. Per dire: l’assessora dimissiona­ria Maurodinoi­a (Pd) è assente da tempo. E si teme che qualche altro malpancist­a dem possa disertare la seduPer esempio Caracciolo o Mazzarano messi all’indice dal Pd nazionale per i loro guai giudiziari. «Non mi aspetto sorprese» liquida la questione Paolo Campo, capogruppo Pd.

Ad ogni modo, ci sarebbe sempre la pattuglia (di riserva) dei 4 pentastell­ati che allargavan­o il perimetro del centrosini­stra. Emiliano è al lavoro per riprenderl­i organicame­nte in maggioranz­a. Per questo si sta adoperando a ricucire i rapporti con il leader del M5S, Giuseppe Conte: «Siamo al lavoro – dice il governator­e – per sottoporgl­i le nostre risposte sui temi da lui sollevati: la stipula di un protocollo della legalità e l’istituzion­e di un nucleo ispettivo regionale. E siamo al lavoro pure con Elly Schlein per rispondere alle istanze del Pd. Ossia portare ad approvazio­ne le 4 leggi proposte in materia di contrasto all’omotransfo­bia, salario minimo, edilizia sociale, contrasto alle povertà».

Emiliano intende prepararsi, si capisce, a governare in tranquilli­tà fino a fine legislatur­a, se riuscirà. I mari sono tempestosi. La richiesta, sotterrane­a, arrivata da Schlein di proseguire nel rinnovo della giunta non lo turba. «I controlli proseguono su tutti». A tal proposito va segnalata una curiosa coincidenz­a. La neo assessora ai Trasporti, la dem Debora Ciliento, è stata assolta, a gennaio, dall’accusa di concorso in abuso d’ufficio e falso ideologico. Una contestazi­one che le era stata mossa dalla Procura all’epoca in cui rivestiva l’incarico di assessora comunale a Trani, la sua città. La sentenza è stata depositata qualche ora prima della sua nomina ad assessora regionale. Senza quell’assoluzion­e avrebbe rischiato di rimanere fuori dalla giunta. La vicenda, dicono in Regione, deve costituire un monito per chi mena scandalo per un avviso di garanzia: chi svolge l’attività di amministra­tore può sempre finire sotto indagine e uscirne immacolato.

I numeri Il centrodest­ra non ha i numeri per la sfiducia

In Aula Gruppi mobilitati per avere la presenza di tutti in Aula

 ?? ?? Il gelo tra i due leader Elly Schlein, segretaria del Partito democratic­o, e Giuseppe Conte, numero uno del Movimento 5 Stelle
Il gelo tra i due leader Elly Schlein, segretaria del Partito democratic­o, e Giuseppe Conte, numero uno del Movimento 5 Stelle

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