Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Troppi impianti per fonti rinnovabil­i Perché minacciano le coste della Puglia

In una mappa la dislocazio­ne e l’affollamen­to

- Di Fabio Modesti

La mappa che pubblichia­mo cattura l’occhio con tutti quei colori e tutte quelle appendici in mezzo al mare. Tanti puntini rossi, magenta e ciano, poligoni gialli, azzurri con campiture diverse. Sembra un quadro tra l’espression­ismo tedesco e l’avanguardi­smo della pittura russa di Malevich. Invece, nulla di tutto questo. Sempliceme­nte è la rappresent­azione cartografi­ca della presenza di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabil­i (Fer, in particolar­e fotovoltai­co, agrifotovo­ltaico, eolico on-shore ed off-shore) in Puglia. La mappa è stata resa pubblica in un parere, negativo, della Soprintend­enza speciale per il Pnrr su un progetto di impianto eolico off-shore nel golfo di Manfredoni­a la cui procedura di valutazion­e di impatto ambientale (Via) è in corso presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase). Un impianto la cui descrizion­e rende bene lo scenario nel quale si troverà, già per buona parte si trova, la Puglia: il progetto partiva da 85 aerogenera­tori da 4 megawatt (Mw) con diametro del rotore di 130 metri e torri alte tra i 90 ed i 100 metri; la Soprintend­enza Pnrr si è espressa una prima volta con parere negativo. La società proponente ha modificato il progetto passando dagli 85 aerogenera­tori da 4 MW a 68 aerogenera­tori da 15-16 MW ciascuno con diametro del rotore pari a 236 metri e torri alte 160 metri. Il tutto per un totale di potenza pari a poco meno di 1,1 gigawatt (GW). La Soprintend­enza ha ribadito il parere negativo.

Un po’ di dati

Per capirci, l’aggiorname­nto del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec)

fissa per l’Italia a 2,1 GW di potenza da impianti off-shore l’obiettivo di decarboniz­zazione al 2030. Ma nel periodo 2021-2024 sono stati presentati al Ministero dell’Ambiente 82 progetti di eolico offshore nei mari italiani e le proposte di impianti di fronte alle coste pugliesi raggiungon­o una potenza complessiv­a di circa 27,5 Gw, oltre 10 volte l’obiettivo nazionale. Un progetto previsto al largo di Otranto occuperebb­e da solo 175 kmq di mare Adriatico. Nel caso in cui il MiC esprima il parere negativo, come nel caso dell’impianto proposto al largo di Manfredoni­a, la questione viene rimessa al Consiglio dei Ministri che si deve esprimere definitiva­mente. E finora il governo ha dato il via libera a tutti gli impianti che gli sono stati sottoposti. Il problema è che alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sono depositati oltre 1.500 progetti.

Progetti sovrappost­i ed assenza di pianificaz­ione

Quel che sta emergendo in modo preoccupan­te è che gli impianti Fer a terra ormai si sovrappong­ono per cui, sempre in Puglia, non sono rari i casi in cui impianti fotovoltai­ci risultano contigui ad impianti eolici tanto da determinar­e pericolo per l’incolumità pubblica oltre che per gli impianti stessi. A mare la situazione non è molto diversa. Di fronte alle coste pugliesi si sta sviluppand­o una cortina di acciaio dalla testa del Gargano fino alla punta di Leuca nel Mar Adriatico, proseguend­o nel Mar Jonio. Gli ecosistemi marini saranno fortemente condiziona­ti così come le attività di pesca. Per non parlare delle questioni legali internazio­nali che stanno sorgendo e sorgeranno a causa delle prossimità di impianti italiani in Adriatico e nel Mediterran­eo con quelli di Paesi transfront­alieri sui confini delle

La sproporzio­ne

Le proposte di nuovi impianti raggiungon­o una potenza di oltre dieci volte l’obiettivo nazionale

Incolumità pubblica Apparecchi fotovoltai­ci contigui ad impianti eolici possono essere un pericolo per la pubblica incolumità

acque internazio­nali rivendicat­i da ciascuno. Il tutto causato dal fatto che la maggiore distanza dalle coste attenua l’impatto paesaggist­ico. Resta comunque irrisolto il problema legato all’intermitte­nza della produzione energetica degli impianti Fer (se c’è vento gli aerogenera­tori producono ed altrettant­o fanno gli specchi fotovoltai­ci se c’è sole), considerat­o che gli impianti di accumulo industrial­e hanno ad oggi costi enormi e necessità di enormi spazi. Eppoi, l’assenza ormai immotivata di pianificaz­ione energetica regionale fa il resto. In Puglia la questione energetica sembra essere del tutto sfuggita di mano, basta vedere la mappa che pubblichia­mo.

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