Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Messo sotto pure dal Cosenza Il Bari ormai vede la retrocessione
Biancorossi inconsistenti e in caduta libera Inutile rete di Nasti, alla fine silenzio stampa
Peggio di così c’è solo la serie C. Il Bari subisce un altro schiaffo, stavolta nello scontro diretto contro il Cosenza. Un 4-1 che dice tutto sulle pecche caratteriali e tecniche di una squadra che oggi è terzultima della classe. Finisse oggi il torneo, retrocederebbe. Un incubo, che trova la sua materializzazione già dai primi minuti di una gara da horror.
Ancora una volta il Bari resta nello spogliatoio al fischio d’inizio. Passano quattro minuti e il Cosenza va in vantaggio sugli sviluppi di un calcio piazzato in cui Mazzocchi viene lasciato colpevolmente solo dalla retroguardia biancorossa. Un approccio morbido e del tutto paradossale, se si pensa che il Bari dovrebbe «solo» cominciare a mille all’ora per stanare gli avversari e vincere la partita. Ancora una volta, quindi, proprio come successo contro la Cremonese e il Pisa, un avvio senza grinta e personalità, peggiorato in modo consistente anche poco dopo, quando il Cosenza va addirittura al raddoppio con Tutino.
Servono 25 minuti alla squadra di Giampaolo per iniziare a giocare. Ed è solo un grande rimpianto prendere atto che quando questo accade i biancorossi non hanno nulla da invidiare al Cosenza. I «galletti» macinano gioco e occasioni, andando vicini al gol con Kallon per due volte e Sibilli, prima di trovare la rete con Nasti, bravo a trasformare in oro il tiro-cross dello stesso Sibilli. Un Bari finalmente pimpante e voglioso, che addirittura potrebbe pareggiare i conti all’inizio della ripresa con il solito Nasti, che prima colpisce il palo, ben imbeccato da Aramu, e poi fallisce clamorosamente a due passi da Micai su assist di Ricci. Un peccato perché da quel momento in cui, complici le sistematiche perdite di tempo del Cosenza, il match perde tono, fino a consentire alla squadra di casa di chiuderlo agevolmente, prima con uno splendido calcio di punizione di Calò e poi con la marcatura di Forte.
Una mazzata che va letta sotto molteplici punti di vista: da un lato una totale inconsistenza sul piano della personalità, dall’altro una carenza di equilibrio che non induce
nd buoni pensieri in vista del rush finale. Il 4-2-3-1 di Giampaolo sarà anche utile a mettere i giocatori più di talento nelle condizioni di creare superiorità, ma apre praterie per gli avversari. E le pecche difensive vengono inevitabilmente a galla. Vicari fa acqua, Di Cesare non rattoppa, Ricci lascia troppo campo a Marras e la cerniera Maita-Benali a centrocampo finisce regolarmente in inferiorità numerica rispetto ai dirimpettai del Cosenza.
A fine partita Giampaolo non ha rilasciato dichiarazioni, come nessun altro tesserato. Un silenzio stampa per sgombrare il campo da ogni minimo istante di deconcentrazione in vista delle tre ultime e delicatissime sfide del campionato. Mercoledì al San Nicola arriva il Parma, a cui manca ancora una vittoria per la certezza aritmetica della promozione in A. Poi toccherà domenica alla trasferta di Cittadella, prima dell’ultima al San Nicola con il Brescia. Bari e il Bari con il fiato sospeso.