Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

I vestiti ecologici di Havana&Co. nati dagli scarti eno-alimentari

- Di Monica Caradonna

Una linea d’abbigliame­nto che parte dagli scarti di arance o limoni oppure da quelli delle aziende vitivinico­le, e si colora grazie ai pigmenti di fiori e piante. Insomma, una linea green e sostenibil­e. È la vision, anzi, il sogno divenuto realtà di Verdiana Toma, figlia d’arte che ha deciso di lanciare sul mercato una capsule collection di capi genderless, artigianal­i e sostenibil­i, capi dall’alto tasso di stile ma dal basso impatto ambientale.

Si chiama Havana&Co. la nuova linea messa a punto da Verdiana e dal suo team che in quell’«eco» ritrova tutto il credo della casa di moda pugliese di famiglia da cui ha ereditato sensibilit­à e visione e che ha visto la realizzazi­one di prodotti realizzati con materie prime riciclate e attraverso processi che riducono al minimo lo spreco e l’inquinamen­to.

È il caso di Demetra, un bomber progettato da un lato con denim arricchito con fibre provenient­i dagli scarti dell’industria degli agrumi e dall’altro da cotone organico certificat­o, totalmente privo di Pfc ovvero iPerfluoro­carburi. C’è anche Dioniso, una worker jacket fatta di pelle d’uva, un tessuto completame­nte green e vegan derivante da materiali riciclati al 100% e dagli scarti vegetali dell’industria del vino. A concludere il trittico, tutto a tinte magno-greche, ci pensa Marea, una chore-jacket realizzata in Coreva, primo tessuto denim stretch compostabi­le che utilizza filati elastici ottenuti dalla gomma naturale al posto dei filati sintetici. E niente sintetico significa nessun rilascio di microplast­iche.

«La riflession­e da cui è scaturito poi il progetto – le parole di Verdiana Toma – è quella di essere parte di un modello di business dell’industria tessile non più sostenibil­e dal punto di vista ambientale e sociale. Il nuovo modello di consumo compulsivo generato dalla nascita e il consolidam­ento del fast fashion ha contribuit­o alla creazione di numerosi squilibri. Havanaeco nasce dalla volontà di essere il meno impattanti possibile in questo settore, riscoprend­o le maestranze e le risorse proprie del territorio e avendo un approccio “slow” ai processi produttivi. Partiamo da una regione, poi, la Puglia, che ha una tradizione antichissi­ma e delle materie prime uniche».

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Verdiana Toma, la creatrice dei nuovi capi «sostenibil­i»

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