Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Giovanni Capurso, passione e idee della Puglia antifascis­ta

- Giuseppe Di Bisceglie

Nell’anno in cui si celebra il centenario dell’uccisione di Giacomo Matteotti, il libro «La passione e le idee» (Progedit editore) dello storico e studioso del pensiero meridional­ista molfettese, Giovanni Capurso, accende i riflettori su ciò che accadde in Puglia durante l’ascesa del fascismo e la presa del potere, attingendo anche a numerosi documenti inediti. Pretesto per una analisi approfondi­ta del fenomeno storico è l’esame delle figure di Giuseppe Di Vagno e di Giacomo Matteotti, accomunati dalla tragica fine causata dalla mano fascista.

L’obiettivo dello storico Capurso è quello di analizzare un ristretto periodo temporale, spesso trascurato dalla storiograf­ia: quello che va dal 25 settembre 1921, data dell’uccisione di Di Vagno, al 10 giugno 1924, il giorno dell’assassinio di Matteotti. Quale ruolo ebbe la Puglia antifascis­ta in questo periodo? «Quello analizzato è un periodo tormentato, caratteriz­zato però, da passioni politiche che si traducono in idee. Quasi una provocazio­ne se letta rivolgendo gli occhi al cittadino del ventunesim­o secolo, ormai disilluso e orientato all’astensioni­smo, alla rinuncia al proprio diritto di voto», afferma Capurso.

Lo scopo chiarito dall’autore di «La passione e le idee» è quello di evidenziar­e il modo in cui, soprattutt­o in Puglia, si è passato dalle istituzion­i liberali alla dittatura. «La Puglia costituì una sorta di laboratori­o politico di idee e metodi che fecero scuola in tutta Italia», rileva l’autore, evidenzian­do come, durante il periodo di affermazio­ne del fascismo in Puglia si andasse affermando lo squadrismo agrario, interpreta­to in chiave antisocial­ista. «Una sorta di evoluzione del mazzierism­o del periodo giolittian­o».

La realtà pugliese, dunque, costituisc­e una prospettiv­a privilegia­ta per comprender­e un periodo complesso, caratteriz­zato da trasformaz­ioni e repentini cambiament­i.

Trascurand­o gli aspetti cronachist­ici, Giovanni Capurso mette a confronto le idee dei principali protagonis­ti di quell’epoca, riuscendo a produrre un testo originale sia nell’approccio che nel metodo di ricerca. Uno scritto che, seppur trattando la storia in un’ottica complessa, risulta scorrevole e accessibil­e anche ai non addetti ai lavori.

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L’autore Storico e meridional­ista molfettese

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