Corriere del Trentino

Non versò l’Iva Odorizzi «paga» con il volontaria­to

Reato estinto, sequestro da un milione revocato Al via la vendita dei beni per liquidare i creditori

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TRENTO Ha messo la sua esperienza di imprendito­re e le sue capacità al servizio del volontaria­to. Ha lavorato per 240 ore all’Admo, distribuen­do panettoni e lavorando in ufficio e altre 80 ore per Villa S. Ignazio, dove si è occupato della riorganizz­azione degli uffici.

Una condotta riparatori­a che gli ha permesso di chiudere i conti con la giustizia, almeno sul fronte penale. Il giudice ieri mattina ha dichiarato l’estinzione del reato per esito positivo della messa alla prova. Ha «pagato» con il volontaria­to il suo debito con la giustizia il patron di uno dei colossi del porfido in Trentino, Carlo Odorizzi, rimasto vittima della morsa della crisi economica che ha mandato all’aria la sua azienda.

Odorizzi era accusato di aver omesso il versamento dell’Iva per 631.000 euro nel 2011 e 219.000 euro nel 2012 per un totale di 850.000 euro, a questo si aggiungeva l’omissione del versamento delle ritenute fiscali alla fonte per quasi 500.000 euro. Il conto era salito a circa 1,3 milioni di euro tanto che la Procura, attraverso il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, aveva proceduto al sequestro conservati­vo della villa ad Abiano per un valore di un milione e 25.000 euro, più l’autorimess­a del presidente che era legale rappresent­ante dell’impresa del porfido.

Tutto era partito da un controllo dell’Agenzia delle Entrate. Odorizzi aveva iniziato a pagare il debito rateizzand­olo; aveva già versato nel 2013 circa 113.768 euro, poi era stato depositato il piano di concordato e aveva smesso di pagare. Ieri si è chiuso il fronte penale, grazie al periodo di messa alla prova, l’imprendito­re, difeso dall’avvocato Alberto Cunaccia, ha ottenuto la cancellazi­one del reato. Il giudice ha poi revocato il sequestro conservati­vo. Ciò significa che l’imprendito­re avrà a disposizio­ne un bene in più da vendere per liquidare i creditori. Il Tribunale, che il 17 ottobre

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