Partite truccate: Pagniello nei guai Chiesto l’arresto, ma è in Spagna
L’ex presidente del Trento coinvolto nella maxi-inchiesta «Dirty soccer»
TRENTO L’operazione è stata chiamata «Dirty soccer» (calcio sporco) e fotografa perfettamente lo scenario che è emerso almeno sino ad ora. Dietro le sbarre nella notte tra lunedì e martedì — con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e con l’aggravante di avere favorito organizzazioni mafiose, la ndrangheta in particolare — sono finiti 15 calciatori, 6 presidenti di società sportive, 8 dirigenti sportivi, allenatori, direttori generali, 10 «finanziatori» (scommettitori italiani, maltesi, del Kazakistan, della Russia, cinesi e serbi). I fermi sono stati effettuati praticamente in tutta Italia mentre per Maurizio Antonio ( detto Morris) Pagniello presidente del Calcio Trento dal gennaio 2014 fino al fallimento societario decretato sei mesi più tardi, il provvedimento non è stato attuato in quanto al momento si troverebbe in Spagna ed è quindi a tutti gli effetti latitante.
L’operazione è partita da Catanzaro e secondo il procuratore della città calabrese, Vincenzo Antonio Lombardo, tre cittadini serbi avrebbero finanziato le scommesse in Italia, ma erano in grado di fornire anche informazioni sul campionato di calcio cinese e sui campionati di basket (tra cui quello serbo) e di tennis all’esterno (puntate su un torneo in Qatar). A rischio combine erano però anche i campionati maggiori italiani. I componenti dell’organizzazione «tramavano per estendere le combine al campionato di serie B e a gare più importanti» ha detto il procuratore. La Dda «non ha eleportare menti per dire se la combine sia andata a buon fine». Tutto è partito da una indagine su un capo bastone della ‘ndrangheta, Pietro Iannazzo che aveva interessi sulla squadra di calcio Neapolis e, seguendo lui, gli investigatori dello Sco (Servizio Centrale Operativo della Polizia) e della squadra mobile di Catanzaro, hanno scoperto un grande giro nazionale ed internazionale sui campionati di calcio italiano dilettanti e Lega Pro con scommesse milionarie su partite truccate con la complicità di giocatori, allenatori, presidenti e «magazzinieri» che si vendevano per migliaia di euro per decidere chi doveva vincere e chi doveva perdere.
Per il momento sono sotto osservazione una trentina di partite (tutte di Lega Pro e serie D), ma è chiaro che nelle prossime ore potrebbero arrivare altre novità soprattutto da eventuali ammissioni di coloro che sono finiti dietro le sbarre.
Ad onor del vero a Trento nessuno si è stupito troppo del coinvolgimento dell’italo-australiano Pagniello presentatosi nel capoluogo come «uomo d’affari» impegnato nell’organizzazione di scuole calcio in giro per il mondo, ma di fatto mai nessuno aveva capito sino in fondo di cosa si occupasse realmente. Dopo aver contribuito concretamente al fallimento degli aquilotti, Pagniello ha provato ad entrare nella compagine sociale del Monza, ma non c’è riuscito per le resistenze dei dirigenti lombardi che non avevano ricevuto adeguate garanzie. Ora l’ultimo capitolo di una storia opaca il cui finale deve essere ancora scritto.