Spagnolli, selfie con i fascisti Grande imbarazzo a sinistra
Dopo la corona al lager, rilanciati gli scatti del 5 maggio. Rifondazione si riunisce Il sindaco: «Ho già chiarito». Baldessari (Uil): «Sdegnato» per le frasi di Bonazza
BOLZANO «Prima si fa i selfie sorridendo con loro e poi li giudica farneticanti e va a mettere la corona al muro del lager?». Sui social media non si contano i post di questo tenore. Lui è Gigi Spagnolli, sindaco in carica. Loro sono quelli di Casapound. L’ex segretario di rifondazione Gianfranco Maffei, parlando a titolo personale, ha annunciato che domenica non voterà. Ma è comunque l’intero partito ad essere spiazzato.
Per Spagnolli non è momento tra i più facili. Nonostante i proclami, forse dentro di sé non era davvero convinto di potercela fare al primo turno. Certo è che mai avrebbe pensato di ottenere solo il 41,6% dei consensi. Ma i quasi 30 punti di vantaggio su Alessandro Urzì sono davvero molti, e in realtà a preoccupare è anche il «dopo». Intervistato dal Dolomiten, il primo cittadino, conscio delle difficoltà nel trovare una maggioranza, ha definitivamente chiarito — ma questo era da ritenersi scontato — che in caso di nuove elezioni a novembre lui non ci sarà. Che il clima non sia dei più favorevoli lo conferma il fatto che su Facebook e Twitter circolano sempre di più due selfie scattati il 5 maggio in piazza Matteotti dopo il comizio di Salvini. Il primo lo ritrae accanto a Galateo della Lega nord. Subito dietro si vedono dei militanti di Casapound che fanno il saluto romano (reato penalmente perseguibile). Nell’altro Spagnolli è guancia-guancia con Andrea Bonazza, il neo consigliere di Casapound le cui dichiarazioni filofasciste e filonaziste sono diventate un caso nazionale. Spagnolli, in sintesi, forse spinto dalla innata voglia di mostrarsi alla mano e dal desiderio di non «indietreggiare», è caduto in un doppio agguato. Interrogato in merito, il sindaco ha detto di non avere altro da aggiungere rispetto a due settimane fa. «Sono passato di lì poco dopo la conclusione — spiegò allora —. Mi sono trovato uno stuolo di esponenti di Lega e Casapund con la maglietta “Spagnolli vai a casa”. A quel punto non mi andava di andarmene e ho parlato un po’ con loro. Però non ho offerto da bere: forse l’avrei fatto, se solo non avessero intonato il coro “duce, duce”...».
Ad ogni modo entrambi gli scatti sono stati postati a raffica subito dopo che due giorni fa Spagnolli ha diffuso la nota sulla deposizione della corona al muro del lager in risposta alle frasi «farneticanti» e «pericolose» pronunciate da Bonazza alla Zanzara. «Ci vuole coraggio — ha scritto Maffei, a titolo personale, in un post molto commentato — e pelo sullo stomaco per votarlo al ballottaggio: io non lo farò. Aggiungo che richiamare i sentimenti antifascisti dei bolzanini dopo aver abbracciato un noto picchiatore di Casapound e molte oltre il limite della decenza». Mentre né Luigi Gallo, né i vertici del Pd hanno deciso di commentare il tutto — evidenziando un certo imbarazzo — Gabriele Benatti, del Prc, conferma che quella di Maffei è tutt’altro che una posizione isolata.
«Non esiste a oggi una posizione “del partito” — spiega — ma domani (oggi, ndr) è prevista la riunione del comitato politico, da cui spero possa scaturire una posizione univoca e decisa rispetto al problema politico che il selfie sottende. Sicuramente, in ogni caso, la posizione dei compagni con i quali ho avuto modo di parlarne è in buona sostanza dello stesso tono di quello espresso da Gianfranco. Stiamo comunque valutando, all’interno della segreteria, la possibilità di un’iniziativa, a largo raggio, che possa affrontare il tema dei fascismi, con particolare riferimento alla nostra area geografica». Ma commenti analoghi , sempre con la premessa che le questioni più importanti sono altre (a partire da Benko, ndr) e che sarebbe auspicabile a questo punto arrivare a nuove elezioni, sono stati scritti da militanti di area verde.
«Il segno che ha voluto dare Spagnolli recandosi al muro del lager le sue parole che condividiamo, sono la ferma risposta di un democratico e noi le apprezziamo», dice, invece l’ex presidente dell’Anpi, Bertoldi.
Sul tema — che, per via dei saluti romani, è oggetto di un esposto del consigliere Guido Margheri di Sel — interviene anche Mauro Baldessari , responsabile nazionale del coordinamento diritti. «Non posso provare sdegno — afferma — per le parole sentite, ricordando i carri bestiame che transitavano al Brennero carichi di esseri umani, fossero ebrei, rom, omosessuali, comunisti o oppositori».