Ateneo e ricerca Il piano Ferrari piace ai direttori
Quattrone e Sciortino smorzano la polemica. Gios: spese ridotte, richieste ragionevoli
I direttori di dipartimento Alessandro Quattrone, Giuseppe Sciortino e Geremia Gios difendono il processo di elaborazione del piano della ricerca. «Non siamo in ritardo» dice Sciortino, mentre Gios spiega che le richieste di contenimento dei costi sono «ragionevoli».
TRENTO Se per avere un Piano generale della ricerca all’altezza del contesto è necessario prendersi ancora un po’ di tempo, ben venga.
All’indomani delle critiche mosse all’assessora provinciale Sara Ferrari, i direttori Alessandro Quattrone (Cibio), Giuseppe Sciortino (Sociologia e ricerca sociale) e Geremia Gios (Economia e management) concentrano la loro attenzione sulle modalità attraverso le quali il documento sta prendendo forma più che sulle tempistiche. Anzi, secondo Sciortino «non siamo così in ritardo visto che l’assessora dice di volerlo presentare entro giugno» e Gios sottolinea come non vi siano «scadenze precise».
I vertici dell’ateneo per ora preferiscono non intervenire nella discussione, intanto la seduta della consulta dei direttori svoltasi martedì è servita per raccogliere le osservazioni prodotte dai diversi dipartimenti sull’attività svolta e quella da svolgere in relazione alle undici «sfide» individuate dalla Provincia sulla base di quelle del Piano nazionale e, in parte, dal progetto Horizon 2020. La conclusione del lavoro di analisi porterà alla redazione di un documento unitario che verrà consegnato a Piazza Dante e rappresenterà il contributo dell’ateneo all’elaborazione del Piano. «Ci sono ancora degli aspetti da precisare — spiega Quattrone — ma l’Università ha fatto il suo compito». Data la rilevanza dell’atto e la considerazione che dovrebbe avere all’interno della strategia provinciale, secondo Sciortino è fondamentale che «venga recepito ciò che l’ateneo fa ma che non sempre viene adeguatamente apprezzato». «Abbiamo costruito un ragionamento su quanto l’università realizza e intende realizzare — prosegue Quattrone — Abbiamo cercato di adeguarci alle indicazioni, definendo in quale misura possiamo ottemperare alle richieste che ci sono giunte». Per il direttore del Cibio resta pur sempre «che l’attività svolta al di fuori di questi confini non è meno valida», ma semplicemente «il documento cerca di rispondere all’esigenza di individuare delle aree che consentano di essere competitivi nell’ottenere fondi nazionali ed europei».
Non solo tempistiche. Sciortino sottolinea infatti che «il piano della ricerca non contiene voci relative alla spesa» e pertanto la sua elaborazione sarebbe indipendente dallo schema di intesa tra l’ateneo e la Provincia sul contenimento dei costi.
I principali vincoli prevedono l’impossibilità di contrarre prestiti, a eccezione di quelli per l’edilizia, la possibilità di sostituire il 100% di docenti e ricercatori, il 50% del personale tecnico amministrativo, l’obbligo di non superare per il personale il 65% della spesa complessiva e quello di vincolare a procedure di mobilità della Provincia il 30% delle nuove assunzione, la non applicazione degli aumenti Istat e il blocco dei rinnovi contrattuali, la riduzione del 30% rispetto alla media 2011.2013 delle spese discrezionali, infine l’obbligo di servirsi di agenti ed enti della Provincia per l’acquisizione di servizi.
«Richieste del tutto ragionevoli» secondo Gios, il quale pure ammette che «se ci fossero meno vincoli sarebbe meglio». «Quando ci sono in ballo investimenti pubblici è inevitabile che possa essere richiesto un contenimento della spesa ed è giusto che i cittadini siano informati di come vengono usati quei soldi» aggiunge Sciortino, secondo il quale «l’importante è che i tagli non compromettano ciò che abbiamo fatto fin qui» visto che «non mi sembra siano stati commessi errori tali da spingere a riconsiderare l’intera attività».