Corriere del Trentino

Renzi scuote il Pd ed elogia Marchionne. Patto con Valls: Ue, battaglia contro il rigore

«Sinistra: meno salotti, più Melfi»

- Alessandro Papayannid­is

Matteo Renzi bastona la sinistra dal Festival dell’economia: elogia Marchionne e «chi crea lavoro» e stigmatizz­a quelli che parlano di occupazion­e nei salotti e nei talk show». Patto con il collega francese Valls contro il rigore.

TRENTO «Fatte le riforme, in autunno andremo in Europa per fare battaglia contro l’austerity. Non dico che andremo a fare casino, ma ci si avvicina». È il sabato pre-elettorale, ma Matteo Renzi sul palco del Festival dell’Economia non si risparmia. Incalzato da Lilli Gruber, duetta in tre lingue con il collega francese Manuel Valls e riesce a malapena a rispettare il silenzio elettorale sulle regionali di oggi («Non è un test su di me, ma sono ottimista come sempre»). I ceffoni più sonori sono per la sinistra, che «è tale se crea posti di lavoro, non se va nei salotti a parlare di occupazion­e. Bisogna non aver paura di chi crea posti di lavoro e se Marchionne li crea non si può attaccarlo perché è antipatico, bisogna dire grazie alla Fiat. Questa è la differenza tra la sinistra che chiacchier­a e quella che fa le cose».

L’inno del Barcellona

Le battute tra Renzi e Valls iniziano al momento di sedersi: «Chi è più di destra?», chiede Gruber. «Io sono di sinistra», dice Valls; «Sono molto più di sinistra di Manuel, è una bella sfida», risponde Renzi, per il quale il «dogma più forte da sradicare a sinistra è quello del lavoro: si pensava di difendere il lavoro difendendo l’articolo 18». Il premier loda il collega francese, poliglotta, e si lancia: «Il nonno di Manuel ha scritto l’inno del Barcellona calcio». Renzi, fiorentino e anti-juventino (la Juve giocherà tra una settimana la finale di Champions contro il Barcellona), sfotte il suo entourage: «Sono circondato di juventini».

Polemica sul voto

La popolare conduttric­e di Otto e mezzo prova a stanare Renzi sulle elezioni regionali. Ma il clima è elettrico: Forza Italia parla di «sfacciata violazione del silenzio elettorale» e chiede «l’intervento di Mattarella» mentre Riccardo Fraccaro (5 stelle) annuncia «la presentazi­one di un esposto in Procura contro l’ennesimo vulnus democratic­o»; Sergio Divina (Lega) conia invece la formula «silenzio-truffa usando l’Inps del fidato Boeri come cavallo di Troia». Pippo Civati e Nicola Fratoianni (Sel) denunciano «una grave violazione delle regole». Renzi resiste a stento: «Le regionali non sono un test su di me, non ci saranno conseguenz­e sul governo, dobbiamo vedere le elezioni in relazione a ciò per cui si vota». Le regionali sono le regionali, le europee sono le europee. Gruber chiede a Valls un giudizio sulla vicenda degli impresenta­bili: «Non ho dubbi che bisogna opporsi a mafia e corruzione». Renzi ricorda: «Noi siamo in prima linea su legalità, abbiamo fatto la legge contro la corruzione, introdotto il reato di autoricicl­aggio».

Battaglia europea

Sull’Europa Renzi alza il tiro insieme a Valls: «Rispetto all’anno scorso c’è più flessibili­tà, c’è il piano Juncker, il quantitati­ve easing di Draghi, si parla di crescita. Ma non basta». E attacca l’opposizion­e: «Non c’è più il problema del tetto del 3%, ma c’è il fiscal compact, votato anche da Brunetta, anche se non se n’è accorto. Capita, ai premi Nobel mancati». Gruber spiega a Valls che Brunetta è un economista di Forza Italia e Renzi infierisce: «Economista, non esageriamo». Valls afferma «La priorità? Investimen­ti, crescita, occupazion­e giovanile » . Per Gruber sono « tutti d’accordo», ma Valls e Renzi dicono «No, in Europa non sono tutti d’accordo». L’Europa che ha fallito nell’attuare il trattato di Lisbona e che deve «crescere con intensità» per non fare «il gioco del populismo», dopo aver «perso, dieci anni fa, con Berlusconi la propria occasione di fare le riforme che fece solo la Germania » , ricorda Renzi. L’altro grande nodo europeo è l’emergenza immigrazio­ne: «Vedremo al consiglio del 26-27 giugno se ci sarà la collaboraz­ione della Francia e dell’Europa, sono fiducioso — dice Renzi — Ci siamo inventati Mare nostrum ma non potevamo farcela da soli. Di sicuro andremo a recuperare le vittime del barcone naufragato un mese fa e daremo loro sepoltura. Sono sicuro che l’Italia e l’Europa non inabissera­nno la propria coscienza a 300 metri sotto il mare». «Se l’Europa non si preoccupa del Mediterran­eo e dell’Africa, ci saranno presto problemi più grandi della Grecia. Dev’esserci un aiuto massiccio all’Africa, troveremo un accordo», dice Valls.

Il fronte interno

«Preferisco la borsa al capitalism­o di relazione: la finanza non è un nemico, ma certa finanza ha bloccato il Paese più della politica», attacca Renzi, che poi ironizza sulla sinistra che va nei «salotti con le tartine al salmone» o nei talk show, mentre «il lavoro lo si crea a Melfi, con meno cassa integrazio­ne e più occupazion­e». Sulla riforma della scuola, Renzi promette che «il testo può migliorare». La riforma che gli fa più paura, ma che ha «più voglia di affrontare, è la riforma della pubblica amministra­zione; ci sono enti che si parlano dandosi del lei. Servirà tempo, ma noi la rifacciamo, la rimettiamo in ordine, è una questione di dignità per le italiane e gli italiani».

 ?? (Foto Rensi) ?? La giornata Matteo Renzi e Manuel Valls fuori dal Santa Chiara; a destra Renzi si toglie la giacca e poi un brindisi con i Lunelli a villa Margon
(Foto Rensi) La giornata Matteo Renzi e Manuel Valls fuori dal Santa Chiara; a destra Renzi si toglie la giacca e poi un brindisi con i Lunelli a villa Margon
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