Corriere del Trentino

Ferrera e il nodo della previdenza Il 96% non ha versato abbastanza

Il politologo: «Gli anni ‘60 e ‘70 hanno creato il buco»

- Fabio Parola

TRENTO Il 96% dei pensionati italiani non ha versato contributi sufficient­i a coprire il trattament­o pensionist­ico di cui sta benefician­do. Maurizio Ferrera, docente di scienza politica all’università Statale di Milano, apre con la sua analisi scenari che sfatano il mito del pensionato derubato delle risorse a cui avrebbe diritto.

«I diritti sociali sono forse la più grande conquista del XX secolo», spiega Ferrera, «ma non credo che i diritti siano assoluti: vanno adattati ai tempi e i tempi odierni necessitan­o urgenti ripensamen­ti del nostro welfare». La nostra previdenza sociale va verso una condizione di squilibrio tra le due parti in gioco: il rapporto tra la base imponibile (ossia lavoratori da tassare) che va restringen­dosi e la platea di beneficiar­i (i pensionati) in deciso aumento non è più sostenibil­e con le norme attuali.

«Le politiche previdenzi­ali degli anni ’60 e ’70 hanno creato un buco nelle casse dello Stato, debito che non siamo mai riusciti nemmeno a contenere» prosegue Ferrera. Il sistema pensionist­ico era nato all’inizio del secolo scorso per coprire quelle (rare) situazioni in cui una persona riusciva ad arrivare ancora viva all’età del ritiro dal lavoro. Con l’innalzamen­to delle speranze di vita, però, crescevano le coorti di lavoratori che, arrivati all’età di pensioname­nto, avevano la prospettiv­a di vivere per altri quindici o venti anni. Si sono create situazioni di super-tutela che, sostiene Ferrero «lasciano scoperte altre fondamenta­li fasce sociali: le famiglie, i disoccupat­i, gli studenti privi di mezzi».

Innalzare l’età di pensioname­nto è «una naturale conseguenz­a delle crescenti aspettativ­e di vita» e i Paesi scandinavi dimostrano che ciò non pregiudica l’inseriment­o dei giovani nel lavoro. Ferrera propone, inoltre, quella che definisce una «ricalibrat­ura» delle voci di spesa dell’Inps, secondo criteri di efficienza ed efficacia. «Ma anche così facendo — ammette — riusciremm­o soltanto a coprire il crescente numero di pensionati, non a incrementa­re le spese per altre categorie bisognose».

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L’analisi Maurizio Ferrera

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