La Vis, futuro pieno di incognite
Il sindaco Brugnara, dopo l’ultimo rifiuto delle banche: «Occorre più tempo» Degasperi: «La società deve essere rivoltata. Temo serviranno scelte dolorose»
TRENTO Opinioni diverse sul conto della Cantina La Vis, dopo che il ceto creditizio ha rifiutato di firmare il piano per lo stand-still, dando il via, secondo quanto sta scritto nella delibera provinciale, al commissariamento. Il neo-sindaco di La Vis, Andrea Brugnara (Patt), chiede altri 10-15 giorni di tempo per dar modo alle banche di pronunciare il loro giudizio definitivo. Filippo Degasperi, consigliere provinciale M5s, denuncia il ritardo nelle decisioni, che comporterà «interventi dolorosi».
La giunta provinciale, guidata dal governatore Ugo Rossi, ha approvato la delibera del 20 maggio che dice: commissariamento differito il 5 giugno per dar modo di fare l’ultimo tentativo con le banche, al fine di ottenere la riapertura delle linee di credito. L’incontro è avvenuto l’altro ieri, ma le banche non si sono fidate. Adesso sembra si voglia chiedere qualche giorno in più per evitare che la decisione sia condizionata dai tempi stretti, ora che il piano di riassetto è stato attestato da un soggetto esterno. A ieri pomeriggio alla Provincia non risultava che fosse stata inviata alcuna richiesta in questo senso. Dal punto di vista tecnico è possibile allungare i termini, ma è un discorso a questo punto di opportunità politica. Già la delibera differiva di 15 giorni l’applicazione del commissariamento (affidato all’attuale affiancatore Andrea Girardi), in modo anomalo rispetto alla prassi. Domani la riunione della giunta affronterà probabilmente il problema.
«Il piano è stato attestato, a quanto pare, perciò non capisco l’insistenza a non voler dare la possibilità alla La Vis di uscire da questa situazione con le proprie gambe — afferma il sindaco del comune rotaliano —. In questi giorni cercherò di fare pressione. Un fatto è certo: la politica e la Cooperazione dovrebbero prendersi la responsabilità di decidere, perché qui c’è un paese intero in ballo». Per Brugnara c’è un problema urbanistico molto importante: «Se la cantina lavora allora tutto bene, se invece avrà altre sorti allora si rischia di avere in Lavis un buco urbanistico difficile da gestire». «Ho visto il piano e mi pare che regga — continua il primo cittadino —. Conosco le persone che ci sono dietro alla cantina e so quanto fanno per il territorio. Se ci sarà un nuovo commissariamento si rischia un nuovo fuggi fuggi di soci, come già era capitato all’epoca del primo commissariamento». Una serie di timori che Brugnara intende fugare dando «date certe per la discussione bancaria». «Poi con tutti gli elementi in mano si decida: se il piano effettivamente non sta in piedi allora si commissari» afferma il sindaco, che non ritiene che la società si stia riprendendo: «La produttività migliora, la qualità del prodotto e della struttura sono alte: sono convinto che il progetto di rilancio possa andare a buon fine». Non si capisce allora perché, se tutto va bene, il futuro della coop dipenda così tanto da soggetti esterni. «Se nessuno ci crede, in primis la cooperazione, non si va da nessuna parte» sbotta Brugnara.
«Quando la nostra candidata al comune di Lavis diceva che la cantina è tecnicamente fallita non sbagliava di molto — è il controcanto di Degasperi —. La cantina ha bisogno di essere rivoltata da qualcuno che lo voglia fare davvero, salvando gli interessi di soci e dipendenti, senza pensare troppo a politica e banche. Finora si è perso tempo, un intervento un anno fa avrebbe evitato scelte probabilmente dolorose che ora invece si dovranno compiere».