Contratti, piano da 50 milioni
Parte la trattativa Provincia-sindacati. Fenalt e Cgil: tutti devono avere l’aumento
Vale 50 milioni di euro il rinnovo dei contratti pubblici in Trentino. La stima è della Provincia, la trattativa con i sindacati inizia oggi pomeriggio. Molti i nodi da sciogliere: giuridici (sulla obbligatorietà di adeguare i contratti dopo la sentenza della Corte costituzionale) ed economici. Le coperture potrebbero arrivare dal Foreg, ma nella prossima finanziaria resterebbero da trovare oltre 27 milioni di euro. I sindacati chiedono adeguamenti automatici.
TRENTO «Dobbiamo ancora leggere le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale», mette le mani avanti Ugo Rossi. Il governatore sa che la partita che si apre oggi pomeriggio con i sindacati non sarà semplice né rapida. Sul tavolo c’è il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione di competenza provinciale, che interessa circa 39.000 lavoratori. In Piazza Dante, dopo che la Consulta ha dichiarato illegittimo il blocco della contrattazione della pubblica amministrazione deciso dal governo nazionale nel 2009, si studiano le carte e si fanno i calcoli. Le prime stima, applicando i parametri di recupero dell’inflazione, parlano di un’operazione da 50 milioni di euro. Ma le incognite sono ancora molte.
Produttività
A caldo, dopo la sentenza, Rossi aveva gelato i sindacati parlando di aumenti legati all’incremento della produttività, «escludendo aumenti automatici». Il modello, su cui comunque non venivano esclusi adeguamenti, era il Foreg, il fondo per la riorganizzazione e l’efficienza gestionale che vale circa 25 milioni di euro l’anno.
Alla vigilia della trattativa il richiamo di Rossi alla lettura della sentenza della Consulta, le cui motivazioni non sono ancora state depositate, si spiega innanzitutto con la necessità di chiarire a quali vincoli le pubbliche amministrazioni (dalla Provincia ai Comuni, dalle Comunità di valle all’azienda provinciale per i servizi sanitari) dovranno sottostare.
Le domande
L’adeguamento all’inflazione dovrà riguardare tutti i dipendenti? Saranno possibili scelte diverse? Scatterà nel 2016 o riguarderà anche la metà del 2015 successiva alla sentenza della Consulta? A questi interrogativi non esiste ancora una risposta, nè a Trento nè a Roma. Non è nemmeno automatico, poi, che l’orientamento del governo Renzi sia recepito in Trentino.
La Provincia ha infatti competenza primaria sulla materia e potrebbe, almeno sulla carta, decidere di non rinnovare i contratti pubblici. Sul punto, però, pesa l’impegno assunto da Rossi a novembre sul rispetto di quanto sarebbe emerso a livello nazionale.
Le risorse
L’altra grande incognita riguarda le coperture. Nel bilancio provinciale attuale non sono previste poste per il finanziamento dell’adeguamento dei contratti pubblici. Sono però presenti 25 milioni di euro per alimentare il Foreg. In tempi di magra per le casse pubbliche, se la Provincia decidesse di sbloccare i contratti è molto probabile che lo faccia utilizzando innanzitutto il fondo per la riorganizzazione e l’efficienza gestionale. Non si tratterebbe comunque di una semplice traslazione di risorse: verrebbero utilizzate certamente quelle assegnate in base alla semplice presenza del dipendente al lavoro (circa il 90 per cento) mentre è più difficile che venga intaccata la quota «premiale in senso stretto», legata al raggiungimento di obiettivi e destinata a una platea selezionata di destinatari.
Ipotizzando che la Provincia recuperi il 90 per cento del Foreg e lo dirotti sul rinnovo dei contratti, resterebbero comunque da trovare 27,5 milioni di euro nella prossima legge finanziaria, che sarà approvata in dicembre.
Anche in questo caso, con un quadro di finanza pubblica in contrazione, è difficile dire dove Piazza Dante andrà ad attingere. Ma si comprende perfettamente come mai Rossi, appena uscita la notizia della sentenza della Consulta, abbia indicato una strada chiara: «Se si troveranno gli strumenti per migliorare la produttività degli uffici, è sacrosanto che chi ha il merito di questi miglioramenti se lo veda riconosciuto anche economicamente». L’effetto medio, per i dipendenti, dovrebbe aggirarsi su un aumento di circa 30 euro netti mensili.
Giunta di programma
Il rinnovo dei contratti è uno dei punti chiave nell’agenda della giunta. Ieri Rossi e gli assessori hanno fatto il punto sulle prossime scadenze. I grandi nodi, dalla Valdastico al bando per il Not, «non sono stati trattati, non abbiamo preso decisioni», spiega Rossi