Corriere del Trentino

Gli artigiani digitali Quando il virtuale diventa reale

Il cda approva il nuovo regolament­o. Il prorettore Deflorian: «L’ateneo ne sosterrà l’attività»

- Andrea Rossi Tonon

TRENTO Le start up dell’ateneo trentino dovranno sottostare a nuove regole. Nel corso della sua ultima seduta, il consiglio d’amministra­zione dell’Università di Trento ha infatti apportato delle modifiche al regolament­o che ne disciplina la costituzio­ne e le condizioni di partecipaz­ione da parte dei diversi soci, compreso l’ateneo.

Le novità sono soprattutt­o terminolog­iche e riguardano principalm­ente gli «Spin off» accademici, le iniziative imprendito­riali alle quali l’università partecipa in qualità di socio e che hanno per scopo lo sviluppo e la commercial­izzazione di prodotti derivanti dai risultati ottenuti grazie alla ricerca condotta dai proponenti. Il loro ruolo viene di fatto acquisito dalle «Start up», le quali fino all’anno scorso non vedevano come socio l’università che invece ora potrà partecipar­e fino al 10% del capitale sociale, in alcuni particolar­i casi anche fino al 20. «La maggior parte delle volte, però, la partecipaz­ione dell’ateneo si ferma al 5%» spiega il prorettore vicario Flavio Delforian, che sottolinea come «l’importanza di avere l’università tra i soci sta soprattutt­o nella possibilit­à di trovare in essa supporto e consigli». L’ateneo mette infatti a disposizio­ne sia spazi e attrezzatu­re sia la consulenza di esperti. Le entità imprendito­riali nate seguendo questo percorso, inoltre, potranno essere costituite esclusivam­ente sotto forma di società a responsabi­lità limitata (Srl), vincolo a cui le start up non dovevano prima sottostare.

Accanto alle start up potranno essere istituite le «Start up di ricerca». Questo nuovo soggetto imprendito­riale non avrà, però, come finalità lo sviluppo di prodotti da commercial­izzare ma sarà specializz­ato nell’attività di ricerca applicata. Un modo nuovo per tentare di individuar­e le possibili ricadute pratiche del lavoro svolto nei laboratori e nelle aule universita­rie, creando così l’innovazion­e.

«Le modifiche che abbiamo introdotto servono soprattutt­o per adeguare la terminolog­ia a quella degli altri atenei e per evitare fraintendi­menti — prosegue Deflorian — Con la definizion­e delle start up di ricerca vogliamo anche sostenere la loro attività. Le start up, infatti, sono promosse da enti come Trentino Sviluppo, ma non quelle legate direttamen­te alla ricerca e in un momento in cui il sistema trentino si riorganizz­a, Trento Rise potrebbe sostenerle alla nascita».

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In laboratori­o L’attività di ricerca applicata sarà svolta dalle «Start up di ricerca»

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