Una palazzina prende fuoco Sei intossicati
In ospedale don Aurelio Cimadon. Intossicati due militari e tre vigili del fuoco
Le fiamme che hanno avvolto l’appartamento di don Aurelio Cimadon sarebbero state causate dal surriscaldamento di un condizionatore. Il parroco si è opposto all’intervento dei carabinieri: voleva spegnere l’incendio da solo.
TRENTO Non voleva lasciare la sua casa. «Datemi dell’acqua che ci penso io a spegnere l’incendio» ha detto, sotto choc e agitato, ai carabinieri, cercando di dissuaderli dal trascinarlo fuori dall’appartamento in fiamme.
È salvo grazie al tempestivo intervento di due militari della radiomobile di Riva del Garda don Aurelio Cimadon, 86 anni, per anni parroco di Riva e noto alle cronache per il suo impegno pastorale anche nella scuola (era stato insegnante al liceo Maffei). I carabinieri stavano passando sotto la palazzina, che sorge all’incrocio tra viale Cannella e via Ardaro, quando hanno notato la nube spessa uscire dalle finestre dell’appartamento del religioso. L’intervento è stato immediato, i carabinieri sono accorsi, hanno suonato tutti i campanelli degli appartamenti della palazzina, ristrutturata una quindicina di anni fa, e hanno fatto uscire gli inquilini, poi hanno sfondato la porta d’ingresso dell’abitazione del parroco e l’hanno portato in braccio fuori da casa. Don Aurelio Cimadon voleva fare da solo, non voleva lasciare il suo appartamento e fino all’ultimo ha voluto rimanere all’interno, ma le lingue di fuoco avevano già avvolto tutta l’abitazione e il fumo aveva invaso anche gli appartamenti adiacenti.
Sono stati momenti di grande tensione ieri mattina in centro a Riva. Erano le 9.10 quando è scattato l’allarme. L’aria all’interno dell’appartamento era irrespirabile, i carabinieri, non senza fatica, sono riusciti a trarre in salvo don Aurelio e nel frattempo sono arrivate decine di vigili del fuoco del corpo volontari di Riva del Garda, insieme ai colleghi di Arco e Torbole, in rinforzo. Il rogo, partito dal surriscaldamento di un condizionatore, è stato domato in breve tempo. I vigili del fuoco ci hanno impiegato poco più di quindici minuti a spegnere le fiamme, ma il calore all’interno dell’abitazione era impressionante. Il pavimento era bollente e così anche il soffitto, che aveva raggiunto temperature altissime. Un lavoro delicato per i volontari di Riva. Tre vigili del fuoco sono rimasti feriti, due lievemente intossicati, mentre un terzo è stato colpito al collo da alcuni calcinacci ed è rimasto lievemente ustionato. I tre pompieri sono stati subito accompagnati in ospedale, ma nel primo pomeriggio erano stati già dimessi ed erano tornati al lavoro. Due di loro erano già in caserma, pronti per un nuovo intervento.
Il parroco è stato accompagnato all’ospedale di Arco per intossicazione e anche i due militari sono stati soccorsi per una lieve intossicazione da fu- mo. Per fortuna nessuno è grave, il parroco, dopo lo choc iniziale, ha ringraziato tutti. Il religioso è rimasto in ospedale per accertamenti, ma le sue condizioni non sono gravi. La paura, però, nella palazzina di Riva del Garda è stata davvero tanta. I vigili del fuoco hanno lavorato per ore per bonificare tutta l’area, l’appartamento del sacerdote è andato completamente distrutto e sono inagibili anche altri due appartamenti. Il Comune si è già attivato per trovare una soluzione per le tre famiglie evacuate. I danni sono ingentissimi, ma al momento è difficile fare una stima. Pesanti anche i disagi per la viabilità in centro, chiusa per sicurezza e per permettere l’intervento dei soccorritori.