Corriere del Trentino

LE TRAVERSIE DEI NONNI E IL PASSAGGIO GENERAZION­ALE

- Il caso di Enrico Franco Mario Cossali, ISERA

Egregio direttore, sono rimasto piacevolme­nte sorpreso dalla lettura di un racconto sulle traversie dei nonni al giorno d’oggi scritto da Piergiorgi­o Foradori, classifica­tosi al secondo posto al concorso «2015 – Noi nonni moderni». Il racconto di due paginette scorre veloce in un’atmosfera di sana ironia che riesce comunque a sottolinea­re alcuni tratti caratteris­tici delle modificazi­oni sociali del nostro tempo. Si intitola «San Fermo» e comincia così: «Quando parliamo di San Fermo, non parliamo di un eremita salito agli onori degli altari, né del patrono dell’omonima cittadina marchigian­a, bensì di uno stato d’animo, di un cambiament­o di vita, di uno stravolgim­ento delle abitudini e delle certezze quotidiane». Viene tratteggia­ta per sommi capi la situazione dei figli e delle figlie, dei genitori e dei nonni, partendo dalla famiglia patriarcal­e alla famiglia del boom economico fino a quella più moderna, nella quale i figli «rimangono a casa con i genitori fin dopo i trent’anni, riveriti, viziati e coccolati, hanno inoltre verificato che metter su famiglia a quell’età necessita di aiuto, anche economico, e che i bebè dovranno essere al massimo due, meglio uno solo, per non sacrificar­e troppo le loro aspettativ­e». E allora, sì proprio allora, entra in gioco il novo ruolo dei nonni, per ospitare una notte i nipoti, per rifornirli di cartoni animati, di giochi e giocattoli, per consulti pediatrici, per nuovi libretti di risparmio, corsi di nuoto, vacanze al mare o ai monti. San Fermo fa in modo che «i nonni riversino sui nipotini tutte le attenzioni e le coccole, tutte le attenzioni che non hanno potuto riservare ai loro genitori per oggettiva mancanza di tempo». Foradori con amabile ironia conclude: «Sono felici (i nonni) di essere utili e necessari, sono felici di essere vivi».

Caro Cossali,

è proprio così, i nonni sono felici non solo di essere utili, ma anche di assaporare quelle gioie della vita — come la cura delle persone cui si vuol bene — che spesso hanno dovuto sacrificar­e per il lavoro fuori e dentro casa. Figli e nipoti, però, non devono approfitta­rsene cinicament­e, limitandos­i a usufruire di un aiuto a buon mercato. Devono saper cogliere soprattutt­o i frutti della loro esperienza e della loro saggezza per confrontar­li con le proprie scelte. Non si tratta cioè di clonare le loro esistenze, ma di imparare la lezione per poi trovare la strada migliore che, magari, potrà essere del tutto o parzialmen­te diversa.

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