Wunderkammer Il museo politico che cambia la città
Il progetto nasce con l’idea di creare un museo di sguardi sul capoluogo e di riappropriarsi di aree dismesse All’ex Italcementi picnic, laboratori e arrampicata. Campisi: «Riflettiamo sugli spazi che appartengono a tutti»
Creare un museo di sguardi sul capoluogo e riappropriarsi delle aree dismesse. Sono le idee alla base di Wunderkammer, progetto artistico e sociale. All’ex Italcementi picnic, laboratori e arrampicata. «Riflettiamo sugli spazi comuni» spiega Giusi Campisi, promotrice assieme a Luca Bertoldi.
TRENTO Wunderkammer è una parola tedesca, traducibile in lingua italiana con l’espressione «camera delle meraviglie». Ma a Trento Wunderkammer non è solo questo: diventa un’azione artistica, un gesto politico, che si concretizza in un museo che raccoglie e cataloga i luoghi del reticolato urbano, interpretati da chi vive — o attraversa soltanto — la città. «L’obiettivo di Wunderkammer è aprire degli spazi attraverso delle azioni che possano essere paradigmatiche», commenta Giusi Campisi, promotrice del progetto insieme a Luca Bertoldi.
Dunque, se da una parte la dimensione del museo assume un ruolo fondamentale, dall’altra anche le azioni militanti segnano in modo notevole l’operato di Wunderkammer. «La collezione del nostro museo è una raccolta di sguardi — specificano i fondatori dell’iniziativa inaugurata nel 2014 — un assortimento di immaginari, che nel loro essere molteplici ed eterogenei vanno a costituire un discorso collettivo sulla città». Il progetto è pubblico e chiunque può parteciparvi: è presente infatti un comitato scientifico che esamina le proposte dei cittadini, acquisendo gli esemplari per la collezione e catalogando tutte le altre donazioni presso l’archivio. Scegliere il format museale li ha portati a dover fornire i servizi standard di un qualunque museo: informazione, convegni, collezioni e molto altro. Ma una simile vicinanza a una dimensione che può apparire chiusa e privata non ha assolutamente ostacolato il nascere di molteplici considerazioni sul tessuto urbano attuale. «Il museo ha come luogo di riflessione le dinamiche della città — sottolinea Giusi — quindi la nostra intenzione è di agire su spazi che potrebbero essere di tutti».
È in questo contesto che si inscrive l’azione svolta da Wunderkammer nell’area ex Italcementi: durante i mesi di giugno, luglio e agosto sono infatti state organizzate diverse incursioni nell’area abbandonata, con l’intento di riappropriazione temporanea di un luogo — situato nel cuore della città — ormai considerato un vuoto urbano inabitabile. Un picnic, un aperitivo, un laboratorio di ceramica e costruzione dell’apposito forno con l’artista Stefan Maleval e, infine, l’apertura di una via sulla parete rocciosa con la guida alpina Roberto Pedrotti: ecco le iniziative volte a creare aggregazione sociale in un «luogo potenzialmente aperto». «Vorremmo che i cittadini si sentissero liberi di riappropriarsi di una zona ormai ritenuta invivibile — continua Giusi Campisi — e speriamo che il fare concretamente qualcosa insieme li spinga a non aver bisogno che qualcuno convochi delle assemblee pubbliche per esprimere le proprie opinioni».
L’obiettivo L’iniziativa ha una finalità pubblica: chiunque può partecipare Piedicastello Le prime incursioni nel sobborgo per riprendersi la zona industriale