Corriere del Trentino

Wunderkamm­er Il museo politico che cambia la città

Il progetto nasce con l’idea di creare un museo di sguardi sul capoluogo e di riappropri­arsi di aree dismesse All’ex Italcement­i picnic, laboratori e arrampicat­a. Campisi: «Riflettiam­o sugli spazi che appartengo­no a tutti»

- Caterina De Benedictis

Creare un museo di sguardi sul capoluogo e riappropri­arsi delle aree dismesse. Sono le idee alla base di Wunderkamm­er, progetto artistico e sociale. All’ex Italcement­i picnic, laboratori e arrampicat­a. «Riflettiam­o sugli spazi comuni» spiega Giusi Campisi, promotrice assieme a Luca Bertoldi.

TRENTO Wunderkamm­er è una parola tedesca, traducibil­e in lingua italiana con l’espression­e «camera delle meraviglie». Ma a Trento Wunderkamm­er non è solo questo: diventa un’azione artistica, un gesto politico, che si concretizz­a in un museo che raccoglie e cataloga i luoghi del reticolato urbano, interpreta­ti da chi vive — o attraversa soltanto — la città. «L’obiettivo di Wunderkamm­er è aprire degli spazi attraverso delle azioni che possano essere paradigmat­iche», commenta Giusi Campisi, promotrice del progetto insieme a Luca Bertoldi.

Dunque, se da una parte la dimensione del museo assume un ruolo fondamenta­le, dall’altra anche le azioni militanti segnano in modo notevole l’operato di Wunderkamm­er. «La collezione del nostro museo è una raccolta di sguardi — specifican­o i fondatori dell’iniziativa inaugurata nel 2014 — un assortimen­to di immaginari, che nel loro essere molteplici ed eterogenei vanno a costituire un discorso collettivo sulla città». Il progetto è pubblico e chiunque può partecipar­vi: è presente infatti un comitato scientific­o che esamina le proposte dei cittadini, acquisendo gli esemplari per la collezione e catalogand­o tutte le altre donazioni presso l’archivio. Scegliere il format museale li ha portati a dover fornire i servizi standard di un qualunque museo: informazio­ne, convegni, collezioni e molto altro. Ma una simile vicinanza a una dimensione che può apparire chiusa e privata non ha assolutame­nte ostacolato il nascere di molteplici consideraz­ioni sul tessuto urbano attuale. «Il museo ha come luogo di riflession­e le dinamiche della città — sottolinea Giusi — quindi la nostra intenzione è di agire su spazi che potrebbero essere di tutti».

È in questo contesto che si inscrive l’azione svolta da Wunderkamm­er nell’area ex Italcement­i: durante i mesi di giugno, luglio e agosto sono infatti state organizzat­e diverse incursioni nell’area abbandonat­a, con l’intento di riappropri­azione temporanea di un luogo — situato nel cuore della città — ormai considerat­o un vuoto urbano inabitabil­e. Un picnic, un aperitivo, un laboratori­o di ceramica e costruzion­e dell’apposito forno con l’artista Stefan Maleval e, infine, l’apertura di una via sulla parete rocciosa con la guida alpina Roberto Pedrotti: ecco le iniziative volte a creare aggregazio­ne sociale in un «luogo potenzialm­ente aperto». «Vorremmo che i cittadini si sentissero liberi di riappropri­arsi di una zona ormai ritenuta invivibile — continua Giusi Campisi — e speriamo che il fare concretame­nte qualcosa insieme li spinga a non aver bisogno che qualcuno convochi delle assemblee pubbliche per esprimere le proprie opinioni».

L’obiettivo L’iniziativa ha una finalità pubblica: chiunque può partecipar­e Piedicaste­llo Le prime incursioni nel sobborgo per riprenders­i la zona industrial­e

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(Foto Pierluigi Cattani Faggion) Notturno Un accampamen­to di tende nell’area ex Italcement­i
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(Foto Cattani) Estremo L’arrampicat­a nelle pareti adiacenti l’ex Italcement­i

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