Pinot grigio, fra Trentino e Friuli prove di alleanza
Denominazione, manovre interregionali. Marchio locale: aumenta la resa
TRENTO Nella partita per la creazione della Doc interregionale del Pinot grigio, il Trentino cerca un’alleanza con il Friuli Venezia Giulia. Lo scopo è quello di avere maggior peso — insieme — nei confronti della regione Veneto, che ha la superficie vitata più estesa. L’assessore provinciale Michele Dallapiccola ritiene che sia giusto percorrere questa strada, per partire da un maggiore equilibrio fra territori. Intanto nella Gazzetta ufficiale del 3 agosto il ministero delle Politiche agricole ha approvato la modifica al disciplinare del Doc Trentino, che prevede l’aumento da 14 a 15 tonnellate di uva all’ettaro. Probabile che il nuovo disciplinare venga applicato già alla vendemmia di quest’anno.
Venerdì scorso l’assessore trentino ha incontrato il collega friulano, Cristiano Shaurli. La nota di Piazza Dante esplicitava: «Molta attenzione è stata posta all’analisi sull’evoluzione delle strategie per la definizione della Doc interregionale del Pinot grigio con particolare riferimento agli aspetti di governance». Dallapiccola conferma: «Noi abbiamo circa 3000 ettari di Pinot grigio, il Friuli Venezia Giulia 6000 e il Veneto circa 8000. Questo tipo di progetto ci potrebbe portare sinergie molto vantaggiose sul piano della commercializzazione e in più, con la Doc interregionale, andremmo a limitare i danni che potrebbero derivare da una concorrenza spietata». Il territorio che potrebbe far concorrenza producendo con prezzi più bassi è il Veneto. «Per questo già con il predecessore Sergio Bolzonello e ora con Shaurli, il Trentino sta portando avanti un ragionamento per impostare una linea che permetta di avere anche noi, più piccoli del Veneto, un ruolo da protagonisti» dice Dallapiccola, secondo cui non si tratta di problemi di qualità, ma di disciplinare, vale a dire in primis la resa per ettaro. A breve verrà definita una proposta tecnica fra Trentino e Friuli e poi se ne parlerà anche con il Veneto, in un tavolo a tre.
Sul fronte locale di recente è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la modifica di disciplinare relativa alla Doc Trentino Pinot Grigio: si passa da 140 a 150 quintali per ettaro, e da 98 a 105 ettolitri di vino, con una tolleranza massima del 20%. Probabile che queste nuove regole saranno applicate già alla vendemmia di quest’anno, il Consorzio vini comunicherà ufficialmente la decisione nei prossimi giorni.
Il quadro dunque vedrebbe da una parte la molto probabile costituzione della Doc delle Venezie, proveniente dalla conversione dell’Igt delle Venezie, con all’interno un equilibrio di forze fra i territorio di Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Dall’altra parte va in porto la trasformazione della Doc Trentino che privilegia una maggiore quantità, fatto che lascia perplessi i produttori che spesso non riescono ad arrivare nemmeno alla resa «vecchia», vale a dire 140 quintali per ettaro.
D’altronde il Pinot grigio è un prodotto che ha molto commercio, nazionale ed estero, e fregiarsi della Doc delle Venezie potrà essere un elemento importante nel momento in cui si raggiungeranno mercati lontani, dove non si può sperare che sia conosciuto o ricercato il marchio «Doc Trentino». Ci si può chiedere: ma se il Pinot grigio trentino finirà nella «Doc delle Venezie», che senso aveva incrementare anche la quantità della «Doc Trentino» relativa al Pinot Grigio?