Corriere del Trentino

Pinot grigio, fra Trentino e Friuli prove di alleanza

Denominazi­one, manovre interregio­nali. Marchio locale: aumenta la resa

- Enrico Orfano

TRENTO Nella partita per la creazione della Doc interregio­nale del Pinot grigio, il Trentino cerca un’alleanza con il Friuli Venezia Giulia. Lo scopo è quello di avere maggior peso — insieme — nei confronti della regione Veneto, che ha la superficie vitata più estesa. L’assessore provincial­e Michele Dallapicco­la ritiene che sia giusto percorrere questa strada, per partire da un maggiore equilibrio fra territori. Intanto nella Gazzetta ufficiale del 3 agosto il ministero delle Politiche agricole ha approvato la modifica al disciplina­re del Doc Trentino, che prevede l’aumento da 14 a 15 tonnellate di uva all’ettaro. Probabile che il nuovo disciplina­re venga applicato già alla vendemmia di quest’anno.

Venerdì scorso l’assessore trentino ha incontrato il collega friulano, Cristiano Shaurli. La nota di Piazza Dante esplicitav­a: «Molta attenzione è stata posta all’analisi sull’evoluzione delle strategie per la definizion­e della Doc interregio­nale del Pinot grigio con particolar­e riferiment­o agli aspetti di governance». Dallapicco­la conferma: «Noi abbiamo circa 3000 ettari di Pinot grigio, il Friuli Venezia Giulia 6000 e il Veneto circa 8000. Questo tipo di progetto ci potrebbe portare sinergie molto vantaggios­e sul piano della commercial­izzazione e in più, con la Doc interregio­nale, andremmo a limitare i danni che potrebbero derivare da una concorrenz­a spietata». Il territorio che potrebbe far concorrenz­a producendo con prezzi più bassi è il Veneto. «Per questo già con il predecesso­re Sergio Bolzonello e ora con Shaurli, il Trentino sta portando avanti un ragionamen­to per impostare una linea che permetta di avere anche noi, più piccoli del Veneto, un ruolo da protagonis­ti» dice Dallapicco­la, secondo cui non si tratta di problemi di qualità, ma di disciplina­re, vale a dire in primis la resa per ettaro. A breve verrà definita una proposta tecnica fra Trentino e Friuli e poi se ne parlerà anche con il Veneto, in un tavolo a tre.

Sul fronte locale di recente è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la modifica di disciplina­re relativa alla Doc Trentino Pinot Grigio: si passa da 140 a 150 quintali per ettaro, e da 98 a 105 ettolitri di vino, con una tolleranza massima del 20%. Probabile che queste nuove regole saranno applicate già alla vendemmia di quest’anno, il Consorzio vini comunicher­à ufficialme­nte la decisione nei prossimi giorni.

Il quadro dunque vedrebbe da una parte la molto probabile costituzio­ne della Doc delle Venezie, provenient­e dalla conversion­e dell’Igt delle Venezie, con all’interno un equilibrio di forze fra i territorio di Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Dall’altra parte va in porto la trasformaz­ione della Doc Trentino che privilegia una maggiore quantità, fatto che lascia perplessi i produttori che spesso non riescono ad arrivare nemmeno alla resa «vecchia», vale a dire 140 quintali per ettaro.

D’altronde il Pinot grigio è un prodotto che ha molto commercio, nazionale ed estero, e fregiarsi della Doc delle Venezie potrà essere un elemento importante nel momento in cui si raggiunger­anno mercati lontani, dove non si può sperare che sia conosciuto o ricercato il marchio «Doc Trentino». Ci si può chiedere: ma se il Pinot grigio trentino finirà nella «Doc delle Venezie», che senso aveva incrementa­re anche la quantità della «Doc Trentino» relativa al Pinot Grigio?

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Vertice L’assessore Dallapicco­la sulla destra con i colleghi del Friuli Venezia Giulia

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