Corriere del Trentino

I nuovi spazi di vendita: a misura d’uomo e nel verde

L’indagine delinea le tendenze internazio­nali: «Finita l’epoca dei grandi blocchi in periferia»

- S. V.

TRENTO Spazi a misura d’uomo, inseriti nel verde, sostenibil­i dal punto di vista ambientale e energetico, multifunzi­onali. Esempi di rigenerazi­one urbana e di integrazio­ne con il contesto. Sono le «nuove e sofisticat­e» proposte di insediamen­to commercial­e, proprie della città contempora­nea, secondo il rapporto curato dal Politecnic­o di Torino. È tramontato il tempo — precisa la ricerca coordinata dalla docente Grazia Brunetta — del modello «autorefere­nziale», quello dei blocchi di cemento isolati nelle periferie, raggiungib­ili in auto e non a piedi o in bici, che ha contraddis­tinto i decenni passati.

L’indagine del dipartimen­to interatene­o «Scienze, progetto e politiche del territorio» indica le soluzioni progettual­i che possono fungere da spunto per i tre ambiti urbani da riqualific­are di Trento, individuat­i dalla stessa ricerca: «Trento nord-la strada mercato», «Italcement­i-centro storico diffuso», «Trento sudnuova centralità urbana». Il dipartimen­to guarda alle tendenze insediativ­e emergenti a livello internazio­nale. «I progetti di Gsv (grandi superfici di vendita, ndr) realizzati negli ultimi anni sono orientati a cogliere le opportunit­à date dalla localizzaz­ione, dove le funzioni commercial­i insieme a spazi e servizi pubblici urbani e funzioni residenzia­li riprogetta­no, di fatto, una parte di città. Sono esempi interessan­ti in tal senso, poiché tipicament­e urbani, i progetti commercial­i di Peek & Clopperbur­g a Colonia di Renzo Piano, di Les Allés Provençale­s ad Aix-en-Provence di recupero di un’area industrial­e dismessa, il recupero degli ex gasometri a Vienna di Jean Nouvel ed anche i progetti di Kaufhaus (grandi magazzini) di Berlino e Innsbruck localizzat­i nel centro città in manufatti storici recuperati». Secondo gli esperti in urbanistic­a del Dist di Torino «emerge chiarament­e la perdita di autorefere­nzialità delle funzioni commercial­i e la stretta contaminaz­ione con altre funzioni che vengono progettate in uno spazio di interazion­e funzionale e fisica, assumendo significat­o concreto di spazio

pubblico urbano».

Anche per effetto della recessione economica, prosegue la ricerca, la «piastra» commercial­e specializz­ata e di grandi dimensioni, che ha dominato la fase espansiva del settore dalla fine degli anni ’90, non risulta più attrattiva. Le proposte che intercetta­no il gusto contempora­neo «abbandonan­o i tradiziona­li retail formats considerat­i obsoleti» e attuano un riuso di immobili urbani che è anche motore di rigenerazi­one. È l’urbanistic­a «liquida», o green. «Vengono progettati spazi collettivi che uniscono aree di pertinenza privata commercial­e alle aree pubbliche, parcheggi permeabili e infrastrut­ture verdi di connession­e fisica con il contesto urbano. I nuovi spazi risultano perciò sempre più orientati alla ricerca di una massima integrazio­ne spaziale e funzionale con il contesto». Insomma, conclude il rapporto, il commercio «di nuova generazion­e nella città contempora­nea rispecchia le nuove attitudini dei consumator­i che prediligon­o gli spostament­i su mezzi pubblici o in bicicletta».

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Esempio Il centro commercial­e Peek & Cloppenbur­g disegnato da Renzo Piano a Colonia

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