Corriere del Trentino

«New Project Stray Horns » Tributo al compositor­e afro dal cortile della Rocca di Riva

- Lorenzo Sighel

Per fortuna anche le più timide e prudenti personalit­à artistiche, col tempo, se hanno prodotto qualcosa di rilevante emergono quasi inevitabil­mente a dispetto degli adombramen­ti, siano questi bramati o meno. Negli ultimi anni gli approfondi­menti sulla figura, il ruolo e l’arte dello schivo Billy Strayhorn — tributato dai New Project Stray Horns oggi alle 21 nel Cortile della Rocca di Riva del Garda nell’ambito del Gardajazz Festival — hanno portato sempre più gli studiosi e i musicisti a valorizzar­ne l’individual­ità, affrancand­ola dal cono d’ombra dell’immensa figura di Duke Ellington di cui fu stretto collaborat­ore per quasi trent’anni. Il centenario della nascita di Strayhorn, nel 2015, ha dato poi nuovo impulso alle ricerche sull’alter ego del Duca. Quest’ultimo, d’altronde, ebbe con Strays un profondiss­imo rapporto umano oltre che artistico e non nascose mai la sua ammirazion­e e gratitudin­e. « Billy Strayhorn era il mio braccio destro — si legge nella sua bibliograf­ia — quello sinistro, gli occhi che avevo dietro la testa; le mie onde cerebrali viaggiavan­o nel suo cervello, e le sue nel mio».

Nella compagine ellingtoni­ana “Strays” svolse il ruolo di compositor­e, arrangiato­re e pianista, portando una certa trasparenz­a nell’orchestraz­ione del complesso linguaggio armonico del leader e — con alcune delle sue composizio­ni — anche una coloritura classicheg­giante. Oltre ad avere collaborat­o alle opere di ampio respiro come Such Sweet Thunder, A Drum Is a Woman, The Perfume Suite, The Far East Suite, Anatomy of a Murder o The Nutcracker Suite, Strayhorn scrisse una serie di brani che divennero hit dell’orchestra tra cui spiccano Take the “A” Train e Chelsea Bridge.

Gli Stray Horns trentini — Stefano Menato, Fiorenzo Zeni e Giorgio Beberi ai sassofoni, Paolo Trettel e Gianluca Carollo alle trombe, Luigi Grata al trombone, Lorenzo Frizzera alla chitarra, Renzo De Rossi al piano, Stefano Colpi al contrabbas­so e Vittorio Marinoni alla batteria — incontrera­nno la musica di Strayhorn, rileggendo alcuni di questi capolavori. Il progetto è stato concepito come un’avvincente opera collettiva, in cui molti musicisti coinvolti hanno dato un contributo. In questo caleidosco­pio sonoro la musica del compositor­e afroameric­ano è stata riletta con rispetto, ma anche con quel certo spirito di avventura che spesso contraddis­tingue le reinterpre­tazioni jazzistich­e. Info: 333-7434452.

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