Corriere del Trentino

«Simpatizza per la jihad» È stata espulsa

Diana Ramona Medan, residente a Laives, aveva ottenuto contributi pubblici. Alfano: voleva arruolarsi

- Marco Angelucci Ilaria Graziosi

Una sospetta simpatizza­nte della Jihad, da tempo residente in provincia di Bolzano, a Laives, è stata fermata dalla Digos e dalla mobile nel porto di Genova. Diana Ramona Medan, 36 anni, sposata con un tunisino, stava tornando da una vacanza in Tunisia, ma è stata raggiunta da un provvedime­nto di accompagna­mento coatto alla frontiera firmato dal ministro Alfano. Voleva diventare una martire.

La donna, di origine rumena e titolare di un impresa di pulizie, è stata fermata a Genova

BOLZANO É stata fermata a Genova dove i funzionari della Questura le hanno notificato il provvedime­nto di espulsione immediata dall’Italia e l’hanno accompagna­ta in Romania, il suo paese di origine. Diana Ramona Medan, 36 anni, residente a Laives dove è titolare della ditta di pulizie Brilla star, si era convertita all’islam dopo aver conosciuto il marito, un cittadino tunisino. Il fermo è avvenuto al porto, quando la donna stava rientrando da una vacanza in Tunisia. Sulla vicenda è intervenut­o anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano. «Grazie a una puntuale attività investigat­iva è stato possibile accertare il suo impegno nella pubblicazi­one online di propaganda jihadista – spiega il ministro – e il suo desiderio di combattere a fianco de i mujaheddin. Individuar­e possibili combattent­i ed espellerli dal nostro Paese significa lavorare per la sicurezza degli italiani con tutti i mezzi possibili. Per questo riserviamo grandissim­a attenzione al web – aggiunge Alfano – perché è diventato il veicolo più facile di reclutamen­to. La donna, infatti, manteneva frequenti contatti sul web con internauti del Regno Unito, a loro volta sostenitor­i del Califfato».

Per la sua attività sul web Diana Ramona Medan aveva scelto lo pseudonimo di Diana Kauther. Sulla sua pagina facebook personale si limitava a qualche post che glorificav­a ad Allah mentre nelle discussion­i si è spesso lasciata andare inneggiand­o alle stragi di Parigi. É lì che gli investigat­ori l’hanno notata ed hanno iniziato a monitorarl­a. «Al suo posto non sarei così contento della guerra che arriverà e che purtroppo per la sua ignoranza i musulmani vincono, lega il Quran così avrà paura dei tempi che arriverann­o» scriveva dopo l’attacco a Charlie Hebdo. Il suo attivismo nei gruppi contro il divieto del burqa, il velo integrale, non è passato inosservat­o. Secondo gli inquirenti c’è stato un processo di radicalizz­azione progressiv­a che ha portato Diana ad avvicinars­i ai gruppi di estremisti britannici che reclutano volontari per la Siria. Il sospetto che potesse arruolarsi tra le milizie dell’Isis ha spinto il Viminale a decidere l’espulsione immediata.

Da fine dicembre sono stati 47 gli stranieri espulsi dall’Italia perchè considerat­i vicini all’estremismo islamico. In Alto Adige è il secondo caso dopo quello di Usman Rayen Khan, impiegato al call center della società informatic­a Alto Adige.

Alla donna che ha due figli che risultano cittadini italiani è stata assegnata d’ufficio l’avvocato Antonella Cascione, del foro di Genova. La donna ha precedenti penali per droga ma ultimament­e si era messa a posto e nel 2010 aveva ottenuto dalla Provincia un finanziame­nto di 10mila euro attraverso il fondo per il sostegno dell’imprendito­ria femminile.

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Minaccia I soldati del califfato. Sul web Diana Kauther affermava di volere diventare una martire

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