IL DOVERE DI SDEBITARSI
La nostra società vive a debito. Da un punto di vista economico: il debito pubblico, pur raggiungendo vette inusitate in Italia, affligge in pratica tutti i Paesi del mondo, Stati Uniti in testa. Ma anche da un punto di vista naturalistico. La scorsa settimana, il 13 agosto per l’esattezza, è stato raggiunto il cosiddetto «Overshoot Day», ovvero il giorno in cui l’umanità ha consumato il budget di natura disponibile per l’intero anno. Dal 14 agosto stiamo consumando più foreste e animali di quelli che il ciclo riproduttivo naturale può offrire. L’ultima volta che la popolazione umana riuscì a mantenere i propri consumi all’interno degli «interessi» annui prodotti dalla natura fu il 1970 (allora c’erano 3,5 miliardi di individui contro i 7,3 attuali).
I creditori dei debiti che stiamo contraendo sono le future generazioni: debiti difficili da onorare. Si può tentare di incrementare il Pil per ripagare il debito pubblico. Ma tale obiettivo è reso possibile, di regola, da un aumento dei consumi e ciò comporterebbe un ulteriore colpo alle risorse naturali, la cui capacità di rigenerarsi è fissa se non calante.
La risposta ai nostri problemi, verosimilmente, può venire solo dallo spazio. Non è impensabile immaginare, ad esempio, che la ricerca consentirà di portare in orbita intorno alla Terra qualcuno degli asteroidi oggi situati nel sistema solare esterno al fine di sfruttarne le risorse.
Si può provare a sdebitarsi con le future generazioni per l’uso dissennato fin qui fatto del nostro pianeta soltanto creando le condizioni pe risolvere i problemi che noi abbiamo creato. La ricerca aerospaziale è uno dei pilastri della costruzione di un futuro possibile. Non a caso occupa un posto di rilievo nel piano sia nazionale sia europeo della ricerca.
Il Programma pluriennale della ricerca per la quindicesima legislatura di recente approvato dalla giunta provinciale, pur affermando di volersi collegare ai piani elaborati dalle istituzioni nazionali e comunitarie, non contempla specifiche linee di azione in tale ambito. Forse perché ispirato dal mantra della «ricaduta territoriale». Occorre ricordare che in passato la Provincia aveva manifestato la volontà di collaborare con l’Agenzia spaziale italiana, senza che il proposito andasse a buon fine (si veda la delibera di giunta 2068 del 2013). Conviene però chiedersi se sia lungimirante non finanziare una specifica presenza in questo settore della ricerca, specie per un territorio che si vanta di essere la patria di Samantha Cristoforetti.