Corriere del Trentino

Flor, più vicina la proroga Upt e Pd appoggiano Zeni

Manica (Pd): «Un anno è parecchio, poi serve una selezione aperta». Passamani (Upt): sì a un rinnovo pieno

- Alessandro Papayannid­is

A distanza di meno di un mese dalla sostituzio­ne di Donata Borgonovo Re con Luca Zeni Luciano Flor torna in pole position per una proroga dell’incarico in azienda sanitaria. La maggioranz­a dà l’ok a un anno di prolungame­nto, mentre un rinnovo pieno è gradito sia a Upt che al Patt. Più controvers­o il giudizio del Pd, che chiede una selezione aperta. Ioppi: ha le capacità per restare.

TRENTO Meno di un mese dopo la sostituzio­ne di Donata Borgonovo Re con Luca Zeni, il vento torna a gonfiare la vela di Luciano Flor. Scaricato pubblicame­nte dall’ex assessora — con l’annuncio di una selezione pubblica per sostituirl­o alla scadenza dell’incarico, a novembre — ora il direttore dell’azienda sanitaria vede impennarsi le quotazioni di una proroga di un anno e scorge pure la possibilit­à di un nuovo mandato pieno, gradito sia a Upt sia al Patt.

Più controvers­o l’orientamen­to del Pd: Mattia Civico si dice «preoccupat­o» per i cambi di direzione politica sanitaria intervenut­i «il giorno dopo il cambio di assessore» e chiede «una procedura trasparent­e per selezionar­e il direttore»; per il capogruppo Alessio Manica «un anno di proroga è tanto», ma «sarà certamente un periodo ponderato da Zeni. L’importante è che poi avvenga una selezione aperta e trasparent­e. Mi scandalizz­erei se vi fosse un prolungame­nto tout court fino a fine legislatur­a». Esattament­e quello che, «nel rispetto delle leggi», piacerebbe a Upt e Patt.

«Resti al cento per cento»

L’ipotesi di prorogare Flor di un anno, ventilata da Rossi una settimana fa, era attesa alla prova del nuovo assessore. Zeni ( Corriere del Trentino di ieri) ha rotto gli indugi: «L’orientamen­to è attendere che sia operativa la legge Madia, più rigorosa della semplice nomina in capo alla giunta prevista dalla norma provincial­e, per poi procedere alla nuova scelta» attingendo a un albo dei direttori generali a cui si accede per titoli.

«Sostegno al cento per cento a una proroga di un anno», sintetizza Gianpiero Passamani, capogruppo dell’Unione per il Trentino: «Un settore che impiega 1,3 miliardi di euro l’anno — continua — non può trovarsi a metà legislatur­a con un assessore nuovo chiamato a cambiare rotta al comparto e un direttore generale dell’azienda da sostituire. La posizione di Zeni è molto intelligen­te e deriva da un’esigenza concreta, tecnica, e non da una mediazione politica». Flor, uomo di fiducia del governator­e Rossi, per Passamani è una carta su cui puntare anche dopo il prolungame­nto: «Nel rispetto delle regole, un altro mandato a Flor sarebbe utile per la sanità trentina».

I dem e il rischio isolamento

Mattia Civico, il dem più vicino a Borgonovo Re, prende le distanze: «Non è una questione di prossimità politica: in marzo, con Borgonovo Re assessora, ho depositato un disegno di legge per rivedere la legge provincial­e che dà carta bianca alla giunta per la nomina del direttore generale. Va assicurata la migliore governance possibile: serve un bando, dichiarand­o prima quali sono gli obiettivi in funzione dei quali motivare la scelta del profession­ista». Civico precisa di non farne «una questione ad personam» nei confronti di Flor e lancia una frecciata a Zeni che, da consiglier­e, è stato un paladino della trasparenz­a: «Mi auguro che, da assessore, le dedichi la stessa attenzione». Poi nota: «Preoccupa che subito dopo il cambio dell’assessore si muti orientamen­to sul Not e sul direttore dell’Azienda sanitaria. In maggioranz­a va fatta chiarezza». Infine un’altra bordata: «La necessità di prolungare il direttore generale per evitare buchi di potere appena cambiato l’assessore? Mi pare francament­e che la tesi confermi la lettura di chi individua nel caso Flor il motivo dell’allontanam­ento di Borgonovo Re. Non vedo come una selezione pubblica possa nuocere alla sanità trentina».

Nel gruppo consiliare, però, l’orientamen­to prevalente è quello di non mettere il bastone tra le ruote a Zeni. «È inevitabil­e — spiega il capogruppo Alessio Manica — che la selezione annunciata da Borgonovo Re prima di essere sostituita sarebbe stata spostata. Un anno di proroga mi sembra tanto, ma Zeni avrà ponderato la durata del periodo. In ogni caso non mi sorprende e non mi pare una scelta poco trasparent­e; l’importante è che dopo sei mesi o un anno avvenga una selezione più aperta, ampia e trasparent­e possibile. Del resto Zeni è il papà della legge sulle nomine». I dem non vogliono creare problemi a Zeni, fresco di incarico, ma non accetteran­no nemmeno il ruolo di chi dà carta bianca a Rossi. E nemmeno l’assessore, se vorrà accreditar­si come figura di governo in vista delle elezioni 2018, non dovrebbe essere interessat­o ad appiattime­nti sul governator­e. Nella sostituzio­ne di Flor, però, da ieri il Pd è solo in maggioranz­a: la crisi di mezza estate rivela i suoi primi effetti infausti sui democratic­i.

«Mi auguro che il neoassesso­re dedichi alla trasparenz­a la stessa attenzione di sempre»

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Vicini Il governator­e Ugo Rossi e il direttore dell’azienda sanitaria, Luciano Flor

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