Il Trentino conta 102 Asuc «Lavoriamo con le scuole»
Sabato la festa delle 102 amministrazioni. Giovannini: lavoriamo con le scuole
«Il
ruolo delle Asuc è sempre più importante». Lo sostiene Roberto Giovannini, presidente delle 102 Amministrazioni separate beni di uso civico del Trentino, che sabato celebreranno la loro festa. «Abbiamo iniziato — spiega Giovannini — a lavorare con le scuole».
Le Amministrazioni separate beni di uso civico (Asuc) celebrano sabato la sesta edizione della loro festa, questa volta a Preghena (Val di Non, Comune di Livo). «L’associazione rappresenta i circa 500 amministratori frazionali e, nel corso degli anni, ha rivolto la propria attività cercando di far maturare e diffondere la cultura della responsabilità che abbiamo quali gestori del patrimonio ambientale del Trentino», spiegano dalla dirigenza.
Per intenderci, le Asuc sono amministrazioni separate dei beni di uso civico, dove con il termine uso civico si intende una serie di diritti che alcuni gruppi di persone esercitano uti cives su terreni e beni di varia natura (pascoli, boschi e malghe ad esempio) appartenenti al loro Comune o frazione. Ma in cosa consiste effettivamente questo diritto? La Corte di Cassazione ha emanato il 5 gennaio 1951 una sentenza riguardante i beni demaniali di uso civico — cioè insostituibili e inalienabili — volta a stabilire che «le terre del demanio universale o comunale sono proprietà delle popolazioni e non dell’ente pubblico» e ciò fa sì che i cittadini possano usufruirne e goderne in modo autonomo. A questo proposito si esprime il presidente dell’associazione trentina delle Asuc Roberto Giovannini, sostenendo che «le Asuc fanno parte della storia del Trentino ed è proprio dall’esperienza dell’autogestione delle terre che nasce il principio della nostra autonomia». In effetti ad oggi il territorio trentino di proprietà collettiva gravato da diritti di uso civico è addirittura il 60%, le Asuc che se ne occupano sono ben 102 e «il numero è in aumento — puntualizza Giovannini — Ecco perché il loro ruolo è sempre più centrale e importante».
I numeri parlano da soli a testimonianza del grande valore che le amministrazioni separate dei beni di uso civico hanno in Trentino, ma non è tutto qui. «Considerando il difficile momento economico che caratterizza la nostra epoca — spiega Giovannini — pensare a un modo di gestire il bene basato soprattutto sulla logica del volontariato è sicuramente inusuale, ma ha degli effetti straordinariamente positivi, dal momento che le decisioni sono prese nell’interesse di tutti». Tuttavia una simile realtà non può essere esente da problemi: la carente informazione della popolazione in generale e dei giovani in particolare è la questione più critica. «Abbiamo vissuto un lungo periodo di oblio — racconta Giovannini — in cui non eravamo conosciuti praticamente da nessuno; poi abbiamo iniziato a lavorare duramente». All’interno del comitato interno dell’associazione, infatti, è presente un ex dirigente scolastico con il preciso compito di occuparsi di informazione e formazione nelle scuole della provincia. «Ormai da anni lavoriamo con le scuole elementari e medie del territorio — spiega il presidente — e da quest’anno è stato coinvolto l’istituto Pozzo di Trento».
Insomma, le difficoltà in una realtà così inusuale esistono, ma l’associazione delle Asuc trentine è più che determinata a superarle. «La verità è che siamo mossi da un profondo desiderio: i nostri padri ci hanno lasciato dei beni preziosi e noi dobbiamo fare lo stesso con le generazioni future», conclude Giovannini.