Il sindaco sessista nel mirino «Ora se ne vada»
Cloz, primo cittadino contro le quote rosa. Patt, Upt e Pd: si scusi. An lo difende
TRENTO «Le donne a me piacciono nel letto». Da ieri il sindaco di Cloz, paesino di 700 abitanti in val di Non, è nell’occhio del ciclone per una frase che giura di aver sussurrato «per scherzo, in mezzo a una risata» al termine di un’intervista al quotidiano Trentino sul tema delle quote rosa nelle giunte comunali. «Visto quel che è successo, non lo ridirei. Ma è tutto un malinteso. Non volevo affatto offendere le donne», assicura Natale Floretta, che intende «valutare le lamentele» prima di decidere se e come scusarsi. Su facebook, ieri sera, si contavano decine di richieste di dimissioni.
Il tema è noto da mesi: i sindaci trentini, per formare la giunta dopo le elezioni amministrative, hanno dovuto applicare una norma regionale in base alla quale «la rappresentanza del genere meno rappresentato dev’essere garantita almeno proporzionalmente alla sua consistenza in consiglio comunale» con un «arrotondamento per eccesso» che, applicato per la prima volta, ha sconvolto molti equilibri.
A Cloz, per esempio, il sindaco avrebbe voluto formare una giunta di quattro membri, ma due sarebbero dovute essere donne. «Le donne che avevo non erano adatte alla delega per le foreste e le malghe — spiega Floretta — Così ho rinunciato al quarto componente di giunta, affidando la delega forestale a un consigliere uomo». «Ci sono ruoli che non sono adatti alle donne e che comunque le donne rifiutano: ecco il senso delle mie parole», aggiunge il sindaco di Cloz. In Alto Adige due comuni hanno presentato ricorso al Tar chiedendo di sollevare la questione di incostituzionalità: un iter prevedibilmente lungo il cui esito, comunque, varrebbe anche per i comuni trentini, per ora alla finestra. A differenza di altri sindaci con le stesse difficoltà a formare la giunta, però, Floretta si è lasciato scappare una risata e qualche parola esplosiva («A me piacciono le donne nel letto»), che sono immediatamente diventate un caso.
«È un uomo che non merita una donna», tuona la presidente del consiglio regionale, Chiara Avanzo (Patt). «Mi sento offesa — aggiunge — di fronte a dichiarazioni sessiste che dimostrano come esista una sottocul- tura che crea discrimine». Per Sara Ferrari, assessora del Pd, «il sindaco di Cloz ha infangato le donne e l’istituzione che rappresenta». Duro anche Lorenzo Baratter, capogruppo del Patt in consiglio provinciale: «Il sindaco di Cloz esca dalla preistoria. Chieda immediatamente scusa a tutte le donne, anche se questo non riparerà l’affronto». «Affermazione da censurare senza possibilità di appello», dice Donatella Conzatti, segretaria dell’Upt. Va controcorrente An-Fratelli d’Italia: «La vicenda denota l’ottusità di imporre quote di genere le giunte comunali: un sindaco oggi si trova nella condizione di non poter individuare liberamente i migliori ma deve selezionare a comparti stagni a base sessuale. Le regole non valgono per le giunta provinciale: defenestrata Borgonovo Re, non si è rimpiazzata con un’altra poltrona rosa».