«Un equivoco, documenti e foto lo provano»
Depositata una corposa memoria. La difesa: «Interventi realizzati»
TRENTO «Si tratta di un gigantesco equivoco, i progetti sono stati realizzati e i documenti giustificano pienamente gli interventi e le spese sostenute» Sono parole dell’avvocato Nicola Canestrini che, insieme al collega Francesco Moser, difende i due soci e la collaboratrice indagati per truffa aggravata. Il legale di Maistri e di Amorth ha già presentato una corposa memoria difensiva che affronta punto per punto tutte le contestazioni mosse dalla Procura. «I progetti sono stati realizzati — premette Canestrini — ci sono documenti, foto e video che confermato la bontà delle iniziative fatte in Guatemala». Ci sarebbe una spiegazione per tutto quindi.
«Quello che dispiace — aggiunge l’avvocato — è che questa vicenda rischia di avere conseguenze pesanti sui progetti in corso, privando i più bisognosi dell’aiuto che l’associazione riesce a dare». Il legale, che contesta anche il reato ipotizzato (eventualmente si dovrebbe contestare l’indebita percezione di erogazioni pubbliche), parla di inesperienza dei soci, ma non ci sarebbe stato alcun raggiro. «Tutto si basa su due e-mail — spiega — la prima dell’ex presidente Corradini, che probabilmente aveva motivi di rancore e di una dichiarazione della fondazione in Guatemala con la quale si afferma di non aver più avuto contatti con la dottoressa Castro dopo il primo progetto. Ma non è così. Ci sono testimonianze e documenti che confermano gli accordi e la collaborazione, la memoria non è bastata alla Procura, ci difenderemo a processo e si chiarirà tutto». L’avvocato parla di possibili errori, facilmente spiegabili, ma niente di più. E anche per quanto riguarda i soldi usati per pagare il biglietto al figlio di Maistri ci sarebbe una spiegazione. «Al convegno serviva un traduttore». E c’è di più: «Grazie a una gestione virtuosa i progetti sono costati meno del previsto» chiarisce il legale.