Corriere del Trentino

«Galantino, stupito dal tono delle critiche»

Nicoletti riflette sui giudizi alla politica del segretario della Cei: non sono sorpreso ma mi aspettavo più rigore Fugatti all’attacco: «Si deve occupare di anime e principi religiosi». Monsignor Bressan: De Gasperi vero cristiano

- Andrea Rossi Tonon

TRENTO Ciò che di concreto resta all’indomani del forfait di monsignor Nunzio Galantino alla commemoraz­ione degasperia­na è la sua lectio magistrali­s. Quattordic­i pagine nelle quali il prelato affronta temi d’attualità politica alla luce del modello di Ricostruzi­one italiana definito dallo statista trentino. Un testo che il deputato del Pd Michele Nicoletti dice di aver apprezzato «soprattutt­o per l’inquadrame­nto generale della figura di De Gasperi e per la ripresa di alcuni spunti suoi e di papa Francesco sul tema dei profughi e dei doveri nei confronti di questa grande tragedia umanitaria». Il duro giudizio e le critiche rivolte da Galantino al mondo della politica, definito «un puzzle di ambizioni personali all’interno di un harem di cooptati e di furbi» non hanno sorpreso Nicoletti il quale si dice «stupito piuttosto dal tono», che si sarebbe aspettato «più rigoroso», e ritiene necessario «mettere in luce non solo gli aspetti degenerati­vi della politica attuale ma anche la sua impotenza». Limitarsi a denunciare cattive abitudini secondo Nicoletti può mettere in secondo piano «l’indebolime­nto del governo collettivo delle comunità»: «Le condanne, anche se giustifica­te, rischiano di far pensare che il problema stia solo nei costumi quando invece riguarda l’intero sistema».

Positivo è anche il giudizio sull’analisi della figura del «buon cattolico», secondo Galantino troppo spesso erroneamen­te visto come «un uomo con il freno a mano» che non gode «del successo della scienza o dei frutti della ricchezza». Una valutazion­e che per Nicoletti «rivaluta il cristiano come una figura liberata anziché repressa», anche se la possibilit­à di vederlo come un uomo costretto «è un’idea a cui la Chiesa e l’educazione cattolica, prima di papa Francesco e monsignor Galantino, hanno contribuit­o a creare».

Nell’omelia pronunciat­a ieri sera durante la messa tenutasi a Borgo in ricordo di De Gasperi, monsignor Luigi Bressan ha spiegato che lo statista trentino «era guidato dalla dinamica dell’amore agli altri: caratteris­tica del vero cristiano» e dote che, come sottolinea lo stesso arcivescov­o, «ieri monsignor Galantino menzionava nella sua lectio magistrali­s come dote indispensa­bile per un politico».«“De Gasperi seppe essere innovativo e non legato a cliché — prosegue Bressan —. Il compito di costruire mentalità, atteggiame­nti e strutture di questa pace dinamica e progressiv­a e spetta a noi: semplici cittadini, impegnati nel sociale e nel politico, nella formazione dei giovani o nei media».

Sul forfait di Galantino, Nicoletti preferisce «non esprimere giudizi». Tuttavia se da un lato dice di capire «il peso delle responsabi­lità» che il prelato deve sopportare, dall’altro evidenzia «la necessità di dire chiaro e forte come stanno le cose». «In Italia, ma non solo, assistiamo a una preoccupan­te regression­e su alcuni temi fondamenta­li quali quelli dei diritti umanitari — spiega Nicoletti —. Galantino lo sottolinea: l’Europa è nata come rifiuto del totalitari­smo in un momento di grande disumanizz­azione nei confronti di ebrei, africani, omosessual­i, zingari. Gli stessi gruppi contro i quali alcuni politici oggi tornano a far polemica».

«Se Galantino ha deciso di salire sul ring della politica dovrebbe occuparsen­e a 360 gradi» commenta invece il segretario della Lega Nord Maurizio Fugatti. Secondo il consiglier­e provincial­e del Carroccio «non sono questi i problemi che dovrebbe affrontare» un prelato, anche se Fugatti è convinto che «l’ingerenza di Galantino e pochi altri non sia condivisa dai vertici della Chiesa». Gli stessi che, sempre secondo il segretario leghista, «forse hanno convinto Galantino a non presentars­i all’incontro perché ha già fatto troppi danni». «Fa male ad occuparsi di altro che non siano anime e principi religiosi, lo dico da cristiano e da peccatore — prosegue Fugatti —. Se decide di entrare nell’agone politico allora spieghi alle donne perché non possono camminare di sera in piazza Dante, affronti la questione dell’Islam, parli dei matrimoni e delle adozioni gay: questo interessa alla gente». Un ultimo affondo Fugatti lo riserva a Lorenzo Dellai e Bruno Dorigatti, presenti martedì all’incontro: «Li ho visti in prima fila a battere le mani e fare i compliment­i, poi però nessuno mette piede di sera in piazza Dante».

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Contrappos­ti A sinistra Luigi Bressan con Michele Nicoletti. Sopra Maurizio Fugatti con Salvini

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