«Galantino, stupito dal tono delle critiche»
Nicoletti riflette sui giudizi alla politica del segretario della Cei: non sono sorpreso ma mi aspettavo più rigore Fugatti all’attacco: «Si deve occupare di anime e principi religiosi». Monsignor Bressan: De Gasperi vero cristiano
TRENTO Ciò che di concreto resta all’indomani del forfait di monsignor Nunzio Galantino alla commemorazione degasperiana è la sua lectio magistralis. Quattordici pagine nelle quali il prelato affronta temi d’attualità politica alla luce del modello di Ricostruzione italiana definito dallo statista trentino. Un testo che il deputato del Pd Michele Nicoletti dice di aver apprezzato «soprattutto per l’inquadramento generale della figura di De Gasperi e per la ripresa di alcuni spunti suoi e di papa Francesco sul tema dei profughi e dei doveri nei confronti di questa grande tragedia umanitaria». Il duro giudizio e le critiche rivolte da Galantino al mondo della politica, definito «un puzzle di ambizioni personali all’interno di un harem di cooptati e di furbi» non hanno sorpreso Nicoletti il quale si dice «stupito piuttosto dal tono», che si sarebbe aspettato «più rigoroso», e ritiene necessario «mettere in luce non solo gli aspetti degenerativi della politica attuale ma anche la sua impotenza». Limitarsi a denunciare cattive abitudini secondo Nicoletti può mettere in secondo piano «l’indebolimento del governo collettivo delle comunità»: «Le condanne, anche se giustificate, rischiano di far pensare che il problema stia solo nei costumi quando invece riguarda l’intero sistema».
Positivo è anche il giudizio sull’analisi della figura del «buon cattolico», secondo Galantino troppo spesso erroneamente visto come «un uomo con il freno a mano» che non gode «del successo della scienza o dei frutti della ricchezza». Una valutazione che per Nicoletti «rivaluta il cristiano come una figura liberata anziché repressa», anche se la possibilità di vederlo come un uomo costretto «è un’idea a cui la Chiesa e l’educazione cattolica, prima di papa Francesco e monsignor Galantino, hanno contribuito a creare».
Nell’omelia pronunciata ieri sera durante la messa tenutasi a Borgo in ricordo di De Gasperi, monsignor Luigi Bressan ha spiegato che lo statista trentino «era guidato dalla dinamica dell’amore agli altri: caratteristica del vero cristiano» e dote che, come sottolinea lo stesso arcivescovo, «ieri monsignor Galantino menzionava nella sua lectio magistralis come dote indispensabile per un politico».«“De Gasperi seppe essere innovativo e non legato a cliché — prosegue Bressan —. Il compito di costruire mentalità, atteggiamenti e strutture di questa pace dinamica e progressiva e spetta a noi: semplici cittadini, impegnati nel sociale e nel politico, nella formazione dei giovani o nei media».
Sul forfait di Galantino, Nicoletti preferisce «non esprimere giudizi». Tuttavia se da un lato dice di capire «il peso delle responsabilità» che il prelato deve sopportare, dall’altro evidenzia «la necessità di dire chiaro e forte come stanno le cose». «In Italia, ma non solo, assistiamo a una preoccupante regressione su alcuni temi fondamentali quali quelli dei diritti umanitari — spiega Nicoletti —. Galantino lo sottolinea: l’Europa è nata come rifiuto del totalitarismo in un momento di grande disumanizzazione nei confronti di ebrei, africani, omosessuali, zingari. Gli stessi gruppi contro i quali alcuni politici oggi tornano a far polemica».
«Se Galantino ha deciso di salire sul ring della politica dovrebbe occuparsene a 360 gradi» commenta invece il segretario della Lega Nord Maurizio Fugatti. Secondo il consigliere provinciale del Carroccio «non sono questi i problemi che dovrebbe affrontare» un prelato, anche se Fugatti è convinto che «l’ingerenza di Galantino e pochi altri non sia condivisa dai vertici della Chiesa». Gli stessi che, sempre secondo il segretario leghista, «forse hanno convinto Galantino a non presentarsi all’incontro perché ha già fatto troppi danni». «Fa male ad occuparsi di altro che non siano anime e principi religiosi, lo dico da cristiano e da peccatore — prosegue Fugatti —. Se decide di entrare nell’agone politico allora spieghi alle donne perché non possono camminare di sera in piazza Dante, affronti la questione dell’Islam, parli dei matrimoni e delle adozioni gay: questo interessa alla gente». Un ultimo affondo Fugatti lo riserva a Lorenzo Dellai e Bruno Dorigatti, presenti martedì all’incontro: «Li ho visti in prima fila a battere le mani e fare i complimenti, poi però nessuno mette piede di sera in piazza Dante».