Itea, 700 alloggi di risulta nel 2016 L’annuncio di Daldoss ai sindacati
Edilizia, in cambio l’integrazione al canone sarà sospesa ogni due anni
TRENTO L’Itea metterà a disposizione settecento nuovi alloggi di risulta entro il 2016. È quanto la giunta, rappresentata dall’assessore Carlo Daldoss, ha comunicato ieri ai sindacati in un incontro che ha avuto al centro la modifica del regolamento Itea che l’esecutivo Rossi intende apportare entro quest’anno (anticipata sul Corriere del Trentino di venerdì e sabato). «Da quanto ci hanno spiegato — racconta il segretario di Uil del Trentino, Walter Alotti, parlando anche a nome di Cgil e Cisl — la giunta avrebbe già messo in movimento Itea per riuscire a fornire questi appartamenti entro il prossimo anno. È una bella notizia dopo il calo di alloggi di risulta messi a disposizione nel 2014».
Questa boccata di ossigeno all’edilizia sociale potrebbe creare le condizioni per aprire il confronto sul punto più delicato della modifica del regolamento. «La giunta ha intenzione di sospendere l’integrazione al canone ogni due anni — spiega Alotti —. Chi beneficia di questa integrazione per due anni di seguito, quindi, se la vedrebbe sospesa per il terzo anno. Al momento, i sindacati non sono favorevoli perché, se è vero che questo sussidio può portare a distorsioni del mercato, in questi anni è necessario. Ma, se ci saranno questi 700 alloggi entro il 2016 come ci è stato detto, potremmo iniziare a ragionare assieme alla giunta anche su questa sospensione. Gli appartamenti di risulta andrebbero, infatti, agli attuali beneficiari dell’integrazione al canone». Questi, infatti, sono coloro che avrebbero diritto all’alloggio Itea, ma, in attesa di vederselo assegnare, ricevono un sussidio per pagare parte dell’affitto sul mercato.
Un’altra importante rivendicazione dei sindacati in tema di edilizia sociale riguarda l’adeguamento dell’Icef al costo della vita. «La giunta intende fare un ulteriore approfondimento per capire se e come questa operazione sia possibile — racconta Alotti —. Ciò sarebbe importante per impedire che l’Icef di alcune persone superi la soglia dello 0,34 (oltre la quale non si ha più diritto all’alloggio pubblico, ndr)».
I sindacati hanno dato il proprio consenso, invece, a tutte le altre proposte di modifica del regolamento. Tra le più delicate c’è l’aumento del 5-10% del canone, dovuto alla valorizzazione dell’alloggio, a chi ha un valore dell’Icef superiore allo 0,23. «Non ne siamo felici, ma è una misura comprensibile — commenta Alotti a nome di Cgil, Cisl e Uil —. L’importante è che, come ci è stato promesso, il rialzo ammonti a massimo 20-30 euro e non tocchi chi ha un indice inferiore allo 0,23». «Vanno bene», infine, tutte le altre modifiche, come la valorizzazione nel punteggio dei padri separati, e la possibilità di avvalersi del diritto di subentro solamente per i parenti di primo e secondo grado. «Siamo d’accordo anche sul raddoppio del tempo di validità delle graduatorie per gli alloggi a canone moderato — dice Alotti — e l’eventualità che quelli non assegnati vengano messi a disposizione della graduatoria per l’alloggio a canone sociale».