«Un delitto perdere Mariani»
Confindustria: solidarietà a Omr. Crescita bloccata, rischio di spostamento a Brescia
TRENTO La questione Mariani spaventa Confindustria Trento. Dopo l’uscita del patron della controllante Omr Marco Bonometti, che sul Corriere del Trentino di ieri ha posto un ultimatum («se non cambia lo scenario porto tutto nel bresciano»), il presidente Giulio Bonazzi denuncia «il delitto» che si sta compiendo, costringendo la società ad andarsene. Non è facile però individuare le colpe che hanno determinato la situazione. Altro tema delicato è anche quello della percezione della manifattura in Trentino: se da un lato Bonazzi si spinge a chiedere «una raccolta firme» che testimoni l’apertura verso lo sviluppo imprenditoriale, dall’altro teme che «industria e artigianato siano ancora viste male, nonostante contribuiscano in modo determinante al Pil locale».
La Mariani dà lavoro a 150 persone a Ledro: la controllante Omr ha bisogno di espandersi costruendo un altro capannone in cui lavorerebbero altri 50 addetti. Dopo 7 anni, i lavori di ampliamento sono stati bloccati da una sentenza del Tar che ha dato ragione ad un ricorso avverso. Omr ha fretta di ampliarsi, per far fronte ad ordinativi derivati anche dalla nuova commessa con Alfa Romeo, per questo Bonometti minaccia di costruire l’impianto nuovo a Brescia, in un terreno di proprietà, e già che c’è di trasferirvi tutte le lavorazioni di Ledro. Significherebbe la perdita del lavoro per 150 persone, per questo Provincia e Trentino sviluppo stanno tentando l’impossibile. Saltasse Ledro, si potrebbe trasferire l’intera lavorazione a Rovereto, nella sede ex Gallox, che Bonometti sta già valutando.
«L’imprenditore è giustamente stanco — ragiona Bonazzi — e queste opportunità passano una volta sola. Confindustria da tempo sta facendo pressing e io personalmente ho testimoniato la mia vicinanza a Bonometti, che ha bisogno di fare questo investimento, soprattutto ora che ha guadagnato questo collegamento con Alfa Romeo». Palazzo Stella però non ha posizioni avverse a soggetto pubblici, «visto che il Comune ha concesso la deroga, Provincia e Trentino il presidente di Confindustria riconosce che «non può fare altro. Dalle altre parti ti fanno i ponti d’oro se porti lavoro per 200 persone e i terreni te li tirano dietro». A Ledro la zona prescelta per l’espansione della Mariani «non ha particolare pregio ambientale e lo stabilimento che si vorrebbe installare non inquina — osserva ancora il leader di Confindustria —. Qualcuno dovrebbe mettersi una mano sul cuore, determina il futuro di 400 persone». Da qui «l’amarissima considerazione: mi dispiace che nel territorio non sia radicata la convinzione che l’imprenditoria fa bene. L’industria e l’artigianato sono viste male, anche se contribuiscono pesantemente sul Pil», che non si regge solo su turismo, agricoltura e commercio. Il piano B di Rovereto sarà comunque meglio di niente, ma il dipendente di Ledro «lì non ci andrà mai» chiude Bonazzi, che l’Alto Garda lo conosce bene.