«Parlare chiaro in politica è una colpa»
La difesa di Borgonovo Re in Aula. «Salute, conferenza d’informazione»
TRENTO Da una parte, sugli scranni della giunta, l’assessore Luca Zeni, rimasto in silenzio. Dall’altra, nell’emiciclo dei consiglieri, Donata Borgonovo Re, intervenuta in propria difesa. L’unica a parlare tra le fila di un Pd muto, presente a metà per le assenze. Sì è svolto così il dibattito in consiglio provinciale sul cambio all’assessorato alla salute. Borgonovo Re ha incassato il rimprovero bis di Ugo Rossi («È mancato il rapporto di fiducia», ha detto) e gli attestati di stima delle minoranze. «Ho scoperto che la parresia, il parlar chiaro, in politica è una colpa» ha notato la consigliera che proporrà una conferenza d’informazione sulla sanità trentina.
L’Aula ha preso atto senza particolari accenni polemici del passaggio avvenuto a luglio. Rossi ha dato via alla seduta comunicando il passaggio. «La traduzione del programma di legislatura — ha precisato — richiede lo sforzo da parte di tutti di ricomporre l’azione individuale in una logica unitaria. Esiste un rapporto di natura fiduciaria al venir meno del quale, come nel caso in esame, si rende necessaria la revoca delle deleghe attribuite». La revoca è avvenuta a fine luglio Rossi, al termine di una crisi di maggioranza e nel Pd, ha tolto le deleghe a Borgonovo Re per conferirle a Zeni. In mezzo i temi del mantenimento dei punti nascita e della proroga per Luciano Flor, direttore dell’azienda sanitaria.
Critiche le minoranze, nel silenzio del centrosinistra. «Borgonovo Re è stata considerata colpevole di attuare decisioni prese nel 2010 — ha ricordato Maurizio Fugatti (Lega nord) —. E Zeni si sta occupando solo di profughi». «Borgonovo Re ha parlato chiaro e per questo è stata silurata» ha detto Claudio Cia (Civica trentina). Filippo Degasperi (5 stelle) ha citato l’eventuale spostamento del nuovo ospedale: «Mi chiedo come mai sia stata acquistata l’area ex Enderle per 6 milioni, che ora non serve più». Borgonovo Re ha punzecchiato anche le minoranze: «Come mai finora non è mai stata chiesta una conferenza d’informazione?». Sarà lei a chiederla. Prima al proprio gruppo e poi agli alleati. Serve il sì di tre capigruppo. «Non esiste innovazione senza cambiamento» ha concluso. La consigliera enta nella prima commissione del consiglio.