Corriere del Trentino

Oriente Occidente arriva «Voronia» Viaggio nelle tenebre dell’animo umano

- Susanna Sara Mandice

Oriente Occidente chiude in bellezza: all’auditorium Melotti di Rovereto, domenica alle 20.30, l’ultimo spettacolo del festival vede protagonis­ta una delle compagnie più cool della danza contempora­nea internazio­nale, la sperimenta­le La Veronal. La Compagnia è diretta dal catalano Marcos Moraum, vero e proprio filosofo dell’arte coreutica a cui piace giocare con i nomi e i diversi significat­i delle parole. Se il nome della Compagnia è lo stesso dell’antidepres­sivo con il quale, più volte, Virginia Woolf tentò il suicidio, prima di abbandonar­si definitiva­mente alle acque di un fiume, il nuovo lavoro di Morau si intitola Voronia, come l’abisso più profondo del mondo, situato in Georgia. Un grotta infinita, il maggiore infero conosciuto.

Come Dante nell’Inferno, il coreografo ripropone il tema dell’eterna discesa: «Ci interessav­a questa relazione: scegliere un luogo che esiste per riferirci a un’idea, l’idea del male, l’idea dell’inferno». Invocando il pensiero di Sant’Agostino sulla responsabi­lità morale dell’uomo, Morau vuole condurre gli spettatori in una calata ideale nelle profondità nascoste nelle quali risuonano le eterne domande della filosofia morale.

Ma quindi di cosa parla questo spettacolo? «La danza non può parlare di nulla perché non ha parole. Però è astrazione, movimento. Non può raccontare, ma può esprimere, suggerire, è questa la forza della danza: arriva dove le parole non arrivano. È lo spettatore che traduce questo movimento in un’idea in una sensazione. Quello che mi interessa è questo: costruire un quadro, un paesaggio, un’idea che si sviluppi e prosegua nella relazione con lo spettatore». A Rovereto, quindi, in prima nazionale, uno spettacolo sulle geografie interiori, della terra e dell’animo umano, sulle oscurità invisibili, sulle tenebre che albergano in ognuno di noi. Promette Morau che Voronia sarà un «incontro esplosivo di danza, testo e immagini che stimolerà in chi guarda una propria libera interpreta­zione. Lo spettatore sarà costretto a lottare per risolvere i contrasti, decifrare codici e contrasti, al pari degli otto danzatori, corpi senza voce che si muovono per andare il più lontano possibile, in cerca della strada di ascesa verso un mondo intelligib­ile».

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Il debutto «Voronia» è il nuovo lavoro della compagnia La Veronal

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