Flor, Zeni accelera la proroga
L’assessore: «Un uomo di stabilità». Primari soddisfatti. I grillini: non ha brillato
«Valuteremo l’ipotesi in giunta». L’assessore Luca Zeni accelera sulla proroga di un anno per il direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor. «Sa ascoltare» dice il presidente dei primari Galligioni.
TRENTO «Ringrazio il direttore per la sua disponibilità. Valuteremo in giunta l’ipotesi della proroga di un anno del suo mandato per arrivare ad una decisione definitiva nelle prossime settimane». Con poche parole Luca Zeni prende atto dell’apertura di Luciano Flor alla proroga di un anno del suo incarico come direttore dell’Azienda sanitaria (Corriere del Trentino di ieri), e conferma tale soluzione dandola per certa: «Manca solo la formalizzazione». La conferma di Flor alla guida dell’Azienda sanitaria per un anno rappresenterebbe un cambio di rotta rispetto alle intenzioni di Donata Borgonovo Re, che da assessora alla salute si era espressa a favore della sostituzione del direttore tramite un bando. E proprio questa novità spinge l’ex assessora a fornire un’interpretazione degli eventi culminati con la rimozione delle deleghe: «Il presidente aveva su una mano un’assessora e sull’altra un direttore, e ha preferito quest’ultimo. Perché? Una preferenza del presidente per la professionalità di Flor oppure interessi reciproci?».
Verso la conferma
Sembra essere giunta nella fase finale la questione del rinnovo del vertice dell’Azienda sanitaria. Con Flor che, dopo un lungo silenzio, ha aperto all’offerta di una proroga del suo mandato («Accetterò la decisione che prenderà la giunta»), proposta in un primo momento da Rossi e rilanciata successivamente da Zeni. Un’ipotesi che adesso dovrà essere formalizzata dall’intero esecutivo. «Nelle prossime settimane la valuteremo in giunta — dice l’assessore — in modo da giungere ad una decisione formale». Quali i vantaggi di questa soluzione? «Con un cambio politico in corso (la sostituzione Borgonovo-Zeni, ndr) — risponde Zeni —, un elemento di stabilità, dato dalla presenza di Flor, è un grande vantaggio. Mi dà modo di assestarmi ed evita effetti negativi sulla stabilità del sistema». La proroga di un anno permetterebbe, inoltre, di poter scegliere il successore di Flor grazie ad una delle novità introdotte dalla nuova legge sulla pubblica amministrazione: «Al termine della proroga potremo scegliere il nome del futuro direttore generale da un elenco nazionale, che sarà disponibile non appena saranno pronti i decreti attuativi della legge Madia — spiega l’assessore —. Questa selezione ci permetterà di seguire un percorso più rigoroso, evitando di aggirare la normativa nazionale». Una selezione alla quale potrà partecipare anche Flor che, potenzialmente, potrebbe venire riconfermato per un altro incarico pieno al termine della proroga.
La ricostruzione
Questa possibilità era stata invece esclusa da Borgonovo. «Premetto che non ho mai avuto nulla contro il direttore — dice l’ex assessora —. Avevo lavorato assieme a lui e, benché ci siano stati momenti di difficoltà, c’era sintonia. La scelta di procedere alla selezione del nuovo direttore tramite un bando l’avevo concordata anche con Flor, che mi ha detto che non intendeva ricoprire l’incarico per un altro mandato. Entrambi abbiamo convenuto che si tratta di un ruolo difficile, che ha sempre bisogno di nuove energie e fantasia operativa, soprattutto perché l’Azienda sanitaria deve essere rilanciata. Ma questo non vale solo per il direttore generale. Bisognerebbe ridefinire molti altri vertici, dal direttore sanitario a quello per l’integrazione socio-sanitaria».
L’operazione di confronto dell’ex assessora sull’opzione del bando non avrebbe coinvolto solo Flor. «Ne ho parlato al comitato direttivo dell’Azienda sanitaria, ma anche al presidente — dice Borgonovo —. Lui mi ha suggerito di rifletterci, sottolineando la professionalità di Flor, ma ha comunque comunicato la mia intenzione alla giunta. Quando poi ho annunciato pubblicamente le mie scelte, Rossi mi ha scritto, accusandomi di aver attaccato Flor. Da allora ho avuto l’impressione che la nostra relazione, non sempre armoniosa, fosse crollata». La decisione di prorogare l’incarico a Flor getta una luce nuova, secondo la consigliera dal Pd, su questi eventi: «Prendo nota che Rossi ha preferito un direttore ad un’assessora. Come altri nel partito mi chiedo perché. Qual è il vero tema? Una preferenza del presidente per l’elevata professionalità di Flor oppure interessi reciproci o degli accordi?».
Grillini
Il consigliere del M5S, Filippo Degasperi, non ha dubbi. «Rossi ha detto che l’allontanamento di Borgonovo è stato dettato dal venir meno di un rapporto di fiducia. Mi sembra una giustificazione debole anche perché l’assessora stava portando avanti una politica stabilita dalla giunta. La causa principale del ritiro delle deleghe sta nella diversità di vedute a proposito del rinnovo del direttore generale dell’Apss». Perché sarebbe così importante? «È uno strumento di potere che serve per fare clientelismo. Tramite la sua disponibilità, ad esempio, si può facilmente decidere il potenziamento del reparto di una località rispetto ad un’altra». Sotto gli strali di Degasperi finisce anche la decisione di prorogare l’incarico a Flor: «Con Rossi che ha fatto l’assessore alla sanità per cinque anni e Zeni che non è un neofita, non ce n’è bisogno. Penso, inoltre, che Flor non si sia distinto per le sue capacità. La gestione del Not è emblematica». Ma Degasperi è critico anche sulla remunerazione del direttore: «Flor ha preso 235.000 euro mentre i suoi colleghi veneti prendono 147.000 euro».
Degasperi «La conferma dei vertici dell’Azienda chiarisce tutto Questione di interessi»