Mieli: specialità, festa di rilievo nazionale Rossi: «Lo sarà, ci stiamo organizzando»
TRENTO «Sicuramente faremo qualcosa di livello nazionale. Ci stiamo organizzando per avere la partecipazione di personalità di altissimo profilo». Il governatore Ugo Rossi, durante la Festa dell’autonomia, nel 69/esimo anniversario dell’accordo DegasperiGruber, porta lo sguardo verso l’anno prossimo, il 70/esimo dall’intesa fondativa della specificità regionale. Accoglie quindi la sollecitazione di Paolo Mieli, docente e storico, ex direttore del Corriere della Sera, che nella sua lectio magistralis — una lettura in chiave europea dell’autonomia come fattore di pace e convivenza, antidoto alla guerra che minaccia il continente —, ha invitato le istituzioni a dare alla cerimonia «un rilievo non più solo locale, ma nazionale». «La Specialità del Trentino Alto Adige — afferma — è una delle gemme che tengono in piedi il Paese. La sua storia deve diventare una volta per tutte storia nazionale».
I legami tra locale e globale, passato e presente, fra i drammi del Novecento e quelli attuali — il Medio Oriente in fiamme, la crisi ucraina, gli esodi — affiorano nella cerimonia ospitata dalla Sala Depero del palazzo della Provincia. Sede di prestigio per la composizione pittorica in cui Fortunato Depero rielaborò negli anni Cinquanta le caratteristiche naturali e culturali del Trentino.
Rossi dedica un saluto speciale all’arcivescovo Luigi Bressan e a Gianclaudio Bressa, sottosegretario agli enti locali, seduti tra le autorità, e aggiunge alla difesa d’ufficio dell’autonomia uno sguardo su tradizione e innovazione. «Consapevolezza, orgoglio, coraggio, futuro, sono le quattro parole che scelgo per riflettere sulla portata dell’accordo firmato il 5 settembre 1946 fra Alcide Degasperi e il ministro austriaco Karl Gruber. Intesa che pose le basi per l’autonomia del Trentino e del Sudtirolo». Il presidente della Provincia cita i rigurgiti di intolleranza verso la Specialità. «Parlare di privilegio denota scarsa conoscenza. L’autonomia è una giusta rivendicazione dei nostri popoli, che hanno come peculiarità la multiculturalità e il multilinguismo ereditati dall’impero asburgico. Certamente, non c’è tradizione se non si coltiva l’innovazione. Per questo parte adesso il percorso di revisione dello Statuto di autonomia, assieme a Bolzano. Nelle prossime settimane si insedierà la consulta: in modo partecipato raccoglierà le istanze per avviare il processo». «L’autonomia — conclude — va riempita di senso e passione. Dà speranza alle nuove generazioni. Davanti abbiamo un futuro straordinario».
Allargare la riflessione alle complessità della storia è il compito di Mieli, nella lectio intitolata «Confini di ieri e oggi. Il ruolo delle autonomie speciali nell’Europa che cambia». «Il 2015 è il centenario della prima guerra mondiale — afferma —. Non si tiene conto che dopo il conflitto vincitori e vinti hanno perso qualcosa: gli imperi — germanico, austro-ungarico, russo e ottomano — che avevano una forte cultura della convivenza. Apriremmo un discorso vasto se parlassimo di come l’impero ottomano tutelava le autonomie nel Medio Oriente. Purtroppo, nel Novecento ha iniziato a circolare la tossina del nazionalismo, quello esasperato e violento, nelle canne dei fucili. Il Tirolo veniva da 700 anni di relazioni articolate e ha trovato il volto più bieco dell’Italia, di quella fa- scista di Mussolini ma anche prefascista. Dico anche che quello del collaborazionismo con Hitler della minoranza tedesca fu un mito inventato. Ricordo con piacere la figura di Joseph Mayr-Nusser, volontario dell’Azione cattolica e antinazista che nel 1939 rifiutò il trasferimento in Germania, fu portato a Dachau e lì morì. Tutti gli italiani dovrebbero conoscerlo, con vie e piazze in suo nome».
Lo sguardo si sposta sull’accordo con l’Austria che ha posto le basi per la soluzione della «questione sudtirolese». «Ha risolto una situazione che poteva precipitare in un conflitto violento. L’autonomia è l’unica risposta alle violenze compiute nella storia: dalle violenze degli Assiri alle deportazioni in Urss. Ma attenzione all’Ucraina. La manifestazione degli ultranazionalisti ucraini contro l’autogoverno per le regioni filorusse, nel rispetto degli accordi di Minsk, è un segnale del pericolo di una stagione di conflitti che rischia di trascinare in guerra l’Europa». La Specialità locale è quindi un fattore di pace e stabilità, «una gemma che tiene in piedi il Paese». «Ma non esiste una volta per tutte e sarà sempre insidiata. Purtroppo voi pagate un prezzo altissimo per quello che fanno in Sicilia», chiude Mieli.