Corriere del Trentino

Fravezzi: «Segreteria, parli la base L’Upt apra a una lista della sinistra»

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Cantiere civico democratic­o e popolare. Quest’esperienza non è un approdo, ma un passo verso la costruzion­e di nuovi strumenti. A livello comunale l’esperienza ha pagato: non è più possibile chiedere alle persone un’adesione tout court a un partito già esistente». Quindi l’affondo: «Conzatti non ha capito, l’Upt non è il Cantiere: il partito è un presuppost­o con il suo bagaglio storico, la seconda esperienza si rivolge alle persone che non hanno un background storico-politico. Dobbiamo essere dinamici, costruire un’area aperta, inclusiva, con una prospettiv­a vera di governo, che sia capace di sintesi e di far crescere la nuova classe dirigente. Non possiamo limitarci a logiche autorefere­nziali o da nobili decaduti delle stagioni dei partiti passate. Il trentini che votano le civiche chiedono di avere un approdo. Non accetto le strumental­izzazioni di chi dice che il Cantiere è nato per raccoglier­e chi vuole andare nel Pd».

Fravezzi esplicita poi la proposta teorizzata in nuce nella costituzio­ne del Cantiere: «Se si arriva a livello nazionale a un grande soggetto, a una grande lista del centro sinistra non può che trattarsi di un rapporto virtuoso». Nonostante non lo dichiari apertament­e la prospettiv­a pare quella di un partito confederat­o: «La soluzione non è entrare nel Pd, ma capire che serve un’evoluzione dei soggetti della politica. Non capire ciò è lo stesso errore che fanno anche alcuni esponenti del Pd».

A chi gli chiede se l’assemblea programmat­ica vedrà un cambio al vertice dell’Upt il senatore risponde: «È un percorso che faremo con gli iscritti. Non a caso ci sarà un’assemblea che non è un momento banale. Lo ha capito il parlamenti­no. È importante arrivare all’appuntamen­to consapevol­i che è giusto aprirsi a un ragionamen­to». La data dell’incontro non è però ancora in agenda: «È solo una questione organizzat­iva, sarà a breve», rassicura Fravezzi.

Quindi tratta alcuni temi di attualità: «La Valdastico? Dobbiamo puntare su un nuovo modello di sviluppo della mobilità più moderno, la strada appartiene a un modello di Italia superato». Pensando all’avvicendam­ento tra Borgonovo Re e Zeni all’assessorat­o alla Salute apprezza: «Mi sembra che Zeni sia partito con il piede giusto, che abbia un approccio più politico sul territorio che è molto ampio, che sia più delicato. Per quando riguarda il Not lascio il problema della localizzaz­ione a Zeni. Non dobbiamo comunque perdere di vista l’idea che era alla base del ragionamen­to, cioè di un Trentino policentri­co per le specializz­azioni».

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