A22, la Ue favorevole all’in-house pubblica grazie alla lobby tedesca
TRENTO Perché il rinnovo della concessione di A22 si è improvvisamente sbloccato, dopo che per molti anni l’ipotesi di società in-house non veniva accettata dall’Europa? A causa degli interessi tedeschi sul porto di Amburgo, risponde il parlamentare dell’Svp Daniel Alfreider. «Negli ultimi dieci anni l’Ue ci ha ripetutamente detto che quanto era appaltato al pubblico rappresentava un fallimento. Di certo serviva un cambio di tendenza — ha detto ieri a Condino, al convegno sul Futuro delle terre alpine — ma la gestione A22 non si poteva definire fallimentare. Invano si è cercato di far capire all’Ue che l’Autobrennero è si una arteria europea, ma 70.000 veicoli in transito al giorno incidono sulla nostra vita». «Poi lo scorso anno il cambio di tendenza e la modifica della normativa sulle concessioni, con l’apertura alle società pubbliche. Come mai? Semplice: era in scadenza la concessione del Porto di Amburgo, il principale della Germania, e i tedeschi non volevano un appalto. Con una azione di lobby è stata cambiata la normativa». Il pubblico ha riguadagnato peso «e oggi, dopo dieci anni, siamo vicini al traguardo del rinnovo della concessione A22», con un’in-house pubblica.