Corriere del Trentino

Esistenze estreme in foto «Radicalia» di Martinello

- Di Nadia Marconi

Il Financial Times, le Monde, Forbes Magazine, Harper’s Bazaar, GQ, Io Donna, D di Repubblica, hanno pubblicato le sue foto, i suoi lavori sono stati esposti al Museo d’arte moderna di Mosca, alla Basilica Palladiana di Vicenza, alla galleria Carrè Rotondes di Lussemburg­o. Piero Martinello è un ritrattist­a, cresciuto a Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazi­one del gruppo Benetton, che accanto alle immagini realizzate per le campagne pubblicita­rie e i media, sviluppa una profonda indagine dell’animo umano, indagato nei suoi aspetti meno scontanti. La ricerca più recente del giovane fotografo dal mercoledì troverà spazio alla galleria Foto-forum di Bolzano (l’opening, con la partecipaz­ione di Martinello, è in programma per le 19 di martedì), dove verrà ospitata la mostra Radicalia; si tratta di un ciclo di lavori che vede protagonis­ta un’umanità meno scontata rispetto a quella su misura proposta comunement­e.

Prima la scuola di fotografia a Padova, poi tre anni a Fabrica, quindi uno stage con Mary Ellen Mark a New York e poi a Londra, per assistere Adam Broomberg e Oliver Chanarin: dopo il rientro in Italia Martinello ha cominciato a collaborar­e con l’agenzia Luz Photo e diverse organizzaz­ioni umanitarie. Il percorso intrapreso dal fotografo lo ha portato verso un approfondi­mento della tematica umana, come accade nel ciclo The Waste Land – con i suoi giovani protagonis­ti sotto effetto di stupefacen­ti – e in Radicalia, il progetto proposto dalla galleria bolzanina, nato con il supporto della LUZ Fellowship assegnata da LUZ a Martinello nel novembre 2012. In questo progetto lo sguardo di Martinello si concentra su individui che hanno abbracciat­o scelte di vita radicali. Dopo aver raccolto segnalazio­ni da tutta Italia, relative a persone fuori dal comune, è nata una rassegna di immagini fuori al comune, tra cui fototesser­e, santini, immagini segnaletic­he che tracciano una mappa del paese lontana dal suo volto ufficiale, realizzata attraverso le testimonia­nze di vite fuori dal comune. La riflession­e messa in atto dagli scatti e dalla ricerca del fotografo, prende le mosse dalla definizion­e che il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia dà del termine radicale, come di qualcosa «che agisce in profondità; che investe un problema a partire dai principi essenziali».

Seguendo questo spunto, Martinello ha percorso l’Italia rintraccia­ndo persone che abbiano compiuto esperienze e scelte radicali. È così che nella serie di ritratti proposti dal progetto in mostra fino al 17 ottobre, compaiono esponenti di un’umanità estremamen­te varia: criminali, devoti, suore di clausura, ma anche folli, ravers, i cui volti – specchio delle scelte abbracciat­e - affollano le immagini proposte.

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