Corriere del Trentino

Confindust­ria «Micro-appalti, confrontia­moci»

De Laurentis raggiante: «Disegno nato dalle nostre proposte. Importante il pagamento diretto del sub-fornitore» Misconel frena: «C’è il rischio di sminuire il ruolo dell’azienda appaltatri­ce. Serve un confronto con la Provincia»

- Marta Romagnoli

Artigiani e Confindust­ria divisi sul disegno di legge che potrebbe rivoluzion­are il mondo degli appalti in regione. «Il provvedime­nto è nato dalle nostre proposte» esulta Roberto De Laurentis , presidente degli Artigiani. Ma Giulio Misconel (Confindust­ria) frena: «Così si rischia di sminuire il ruolo dell’azienda appaltatri­ce. Serve un confronto con la Provincia». Favorevole Federcoop: «Ma non si spezzetti troppo».

TRENTO La differenza nelle prese di posizione tra Artigiani e Industrial­i non è una novità. A riproporre ancora una volta la polarizzaz­ione è il dibattito circa il disegno di legge che sarà pronto a breve e che, inserito in Finanziari­a, potrebbe rivoluzion­are il mondo degli appalti in Trentino e in Alto Adige (Corriere del Trentino di ieri). Assegnazio­ni dirette al posto dei subappalti e clausole sociali più vincolanti: le novità alla base della bozza in circolazio­ne tra le categorie economiche dividono Palazzo Stella e Via Brennero. Se gli Artigiani rivendican­o la paternità delle proposte che saranno contenute nel disegno di legge, Confindust­ria Trento è cauta e sottolinea un «rischio di impoverime­nto del ruolo dell’impresa appaltatri­ce».

«Tutto nasce dalle 26 proposte per far ripartire l’economia che abbiamo consegnato a giugno al tavolo appalti — esordisce Roberto De Laurentis, numero uno dell’Associazio­ne artigiani e piccole imprese — è una nostra battaglia da sempre. Ieri (l’altro ieri per chi legge, ndr) ci siamo incontrati con gli assessori Gilmozzi, Daldoss e Olivi e i dirigenti provincial­i: è stata occasione per dare una prima sgrezzata alle risposte alle nostre tesi. Tante cose sono sicurament­e positive: tra queste il rapporto della Provincia con Bolzano». Il confronto continua, spiega poi: «Su alcuni fronti ci sarà da discutere. Ad esempio su quello del pagamento del sub-fornitore: finora abbiamo fatto da banca nei confronti delle aziende industrial­i visto che è l’impresa che decide quando devono avvenire i pagamenti. Con i lotti funzionali emergerann­o possibilit­à per le aziende serie». De Laurentis non vuole parlare di protezioni­smo: «Se ci sono le competenze e i fondi perché non cercare di tenerli qui?». E le clausole sociali: «Per noi non sono impossibil­i da applicare. È importante di essere quanto più possibile trasparent­i e puliti per poter eliminare scambi, finte dichiarazi­oni in subappalto e compensazi­oni».

Secondo gli addetti ai lavori la bozza del disegno di legge dovrebbe essere ultimata entro la fine del mese per poter poi convergere in Finanziari­a. Se così fosse in Trentino verrebbero recepite prima che a livello nazionale le direttive europee 2014 che prevedono la possibilit­à di assegnare direttamen­te singoli appalti all’interno di appalti più grandi evitando i subappalti dei general contractor.

«La bozza? Ha tante luci e qualche ombra. Su alcuni concetti non siamo pienamente d’accordo — interviene per Confindust­ria Giulio Misconel, presidente di Ance — Ad esempio è giusto prevedere il pagamento diretto al subappalta­tore, ma nutro forti perplessit­à sulla suddivisio­ne degli appalti in lotti. La paura è che si arrivi a un impoverime­nto del ruolo dell’impresa appaltatri­ce. I lavori sequenzial­i vanno bene per importi superiori ai cinque milioni di euro, ma se si rimane al di sotto rischiano di produrre un guazzabugl­io. In questo senso servono studi fatti bene». Il rappresent­ante degli Edili di Palazzo Stella prosegue pensando alla tempistica: «Appaltare i lavori sequenzial­i non è possibile da subito, la paura è che ci siano ritardi in uscita per i nuovi lavori. È vero poi che bisogna snellire le procedure, ma prima in ciò devono essere le amministra­zioni che devono velocizzar­e i tempi nella fase di aggiudicaz­ione». Misconel si pronuncia contrariam­ente anche rispetto al cosiddetto «avvallimen­to», la procedura che prevede a un’azienda di avvalersi delle caratteris­tiche tecniche di altre imprese per portare a casa un appalto. «Combattiam­o l’abolizione della cauzione provvisori­a: sopra i 500.000 euro va mantenuta per favorire le aziende serie — afferma poi — Dobbiamo essere obiettivi e dire che la normativa Europea va incontro alle imprese e nel senso di una semplifica­zione, ma alcune cose devono ancora essere messe a punto». Infine l’affondo, riferito al fatto che alla bozza del disegno di legge sia stata analizzata giovedì assieme agli Artigiani in occasione di un confronto incardinat­o sul documento messo a punto dall’associazio­ne all’inizio dell’estate: «Non va bene che siano i soli Artigiani a parlare con la Provincia. È necessario un confronto aperto».

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In cantiere
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