Palazzo delle Albere Mellarini rassicura «Toglieremo i salami»
Mellarini assicura: niente salumi, ma spazi versatili e creativi
«Palazzo delle Albere sarà il biglietto da visita della città. Non sarà ridotto a esposizione di salumi». L’assessore provinciale Tiziano Mellarini risponde così all’architetto Michelangelo Lupo, ricordando il percorso già concordato con il Comune per la nuova vita dell’edificio. «Non sarà come prima» assicura l’assessore comunale Andrea Robol.
TRENTO Al piano terra uno spazio «versatile e creativo», vocato a ospitare eventi a cura di associazioni giovanili. Al primo piano una zona interamente dedicata alla promozione del patrimonio culturale, con installazioni video e spazi virtuali. Al secondo piano un percorso pensato in simbiosi con il Comune e mirato alla narrazione delle trasformazioni storiche e urbanistiche del capoluogo. Tiziano Mellarini presenta così le intenzioni della Provincia.
«Palazzo delle Albere non sarà ridotto a esposizione di salumi, speck o altre simili delizie» dice rivolgendosi all’architetto Michelangelo Lupo. Al contrario. L’assessore alla cultura della Provincia, insieme al collega Andrea Robol, ribadisce un concetto: «Il Palazzo sarà il biglietto da visita della città».
L’impatto visivo — vale a dire insaccati e leccornie a pochi centimetri dagli affreschi rinascimentali — ha turbato, nell’ordine, Vittorio Sgarbi prima e Michelangelo Lupo poi. L’iniziativa organizzata negli spazi della dimora madruzziana in occasione di Expo 2015, simbolicamente ha destato l’attenzione circa il destino della villa. Ma qui, a nome della Provincia che ne detiene la proprietà, interviene Tiziano Mellarini: «Palazzo delle Albere — premette — è un elemento strategico per la promozione del patrimonio culturale trentino e deve dare un messaggio di apertura al mondo della cultura trentina».
Fin qui l’incipit. L’idea è dare nuova vita alla villa e renderla più contemporanea: «Per la sua collocazione il Palazzo è chiamato a svolgere una rinnovata funzione culturale, evitando un’impostazione imperniata su allestimenti permanenti». Il progetto, pensato d’intesa con il Comune, ipotizza diverse destinazioni per ogni piano. «Il piano terra sarà dedicato ad attività di creazione e produzione culturale, soprattutto rivolte ai giovani, aperte alle collaborazioni tra soggetti diversi, al fine di strutturare un luogo aperto, dinamico e versatile — spiega Mellarini —. Il primo piano sarà dedicato alla promozione del patrimonio culturale attraverso strumenti multimediali, spazi virtuali e un allestimento flessibile e poco impattante, permettendo così al visitatore di cogliere il valore artistico dell’edificio. Infine il secondo piano potrà essere dedicato, in pieno accordo con il Comune di Trento, alla narrazione “per stanze” di vicende storiche significative per cogliere le trasformazioni urbanistiche del territorio cittadino».
A concorrere alla nuova vita del Palazzo ci sarà anche il Mart: «È un progetto che deve avvalersi della collaborazione di tutti e in particolare del Mart e di altre istituzioni culturali — prosegue l’assessore provinciale —. Non si intende di certo creare un altro museo ma bensì uno spazio culturale con più funzioni restituendo il Palazzo della Albere alla fruizione pubblica».
«La città ha riconquistato il Palazzo delle Albere, il Comune ci ha creduto, ha insistito affinché tornasse a mostrarsi» fa eco Andrea Robol, assessore alla cultura del Comune di Trento. L’apertura in seguito al restauro, a ogni modo, segna una nuova era. «Il Palazzo — avverte — non può essere come prima: oggi riapre in un quartiere nuovo, nel quartiere del futuro e dell’innovazione». La vicinanza con il Muse, detto altrimenti, impone coerenza. La dialettica tra «arte e scienza», spiega Robol, segnerà la grammatica degli interventi futuri. Quanto all’esposizione-degustazione legata a Expo, l’intenzione della Provincia è chiara: prolungare l’apertura fino a gennaio 2016.