Corriere del Trentino

Marcia a piedi scalzi, come i migranti

La marcia In piazza associazio­ni, Pd, sindacati e molta gente comune

- Di Andrea Rossi Tonon

Erano più di mille ieri, gli uomini e le donne, che hanno marciato lungo le vie del centro in segno di solidariet­à con i profughi. In piazza Pd e sindacati.

TRENTO Erano più di mille. Alcuni si sono levati le scarpe appena prima di partire, altri si sono lasciati coinvolger­e durante il tragitto. Sneakers, sandali, scarpe con il tacco, messe da parte allo stesso modo dentro una borsa o nel passeggino del bambino per camminare a piedi nudi lungo le vie del centro come ieri si è fatto nello stesso momento in altre sessanta città d’Italia.

La «Marcia delle donne e degli uomini scalzi» di Trento, promossa a Venezia da un gruppo di figure pubbliche e rilanciata nel capoluogo trentino dall’associazio­ne «Ya basta», ha richiamato cittadini comuni ma anche rappresent­anti del mondo della politica, della cultura e del volontaria­to, partiti tutti insieme da piazza Duomo per poi farvi ritorno dopo aver percorso via Belenzani, via Vittorio Alfieri, via Andrea Pozzo, via delle Orfane e via Cavour, passando davanti al palazzo della Regione, della Provincia e alla stazione ferroviari­a.

«È un momento storico che cambierà il modo in cui ci rapportiam­o al resto del mondo e dobbiamo mostrare che ci siamo, che facciamo e faremo la nostra parte» spiega l’assessora Ferrari, completo blu e piedi nudi. Ci sono i consiglier­i provincial­i Violeta Plotegher, scalza, Mattia Civico, scalzo, Donata Borgonovo Re, in sandali, l’eurodeputa­to del Pd Michele Nicoletti e il segretario trentino del partito Sergio Barbacovi, entrambi con le scarpe. Assente giustifica­to l’assessore Luca Zeni, impegnato in Val di Sole dove ha continuato gli incontri con i sindaci proprio per discutere di accoglienz­a. Ci sono il segretario della Uil Walter Alotti, quello della Cisl Lorenzo Pomini, l’ex della Cgil Paolo Burli e il suo successore Franco Ianeselli. «Anche dentro il sindacato c’è stato un momento in cui la voce della paura è stata forte ma ora l’aria è cambiata, perché il valore della vita umana viene prima di tutto — spiega quest’ultimo — C’è chi ha dato dei segnali negativi, come ad Avio, dove si è detto “vengono prima i nostri operai”, ma noi oggi siamo qui per dire che la risposta non è la contrappos­izione fra operai e migranti ma un’accoglienz­a intelligen­te».

Tra quelle oltre mille persone si possono riconoscer­e anche il presidente delle Acli Fausto Gardumi, quello della comunità islamica Aboul Kheir Breigheche, quello dell’Arci Andrea La Malfa, quello del Coordiname­nto nazionale delle comunità di accoglienz­a (Cnca) Vincenzo Passerini e quello dell’Arcigay Paolo Zanella.

«La situazione è evidente, ci sono migliaia di persone che scappano da luoghi di guerra su cui piovono anche bombe italiane e fare differenze tra rifugiati politici e migranti economici non ha senso — spiega Massimilia­no Pilati, presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani — L’emergenza non finirà finché non finiranno le guerre».

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 ?? (Foto Caranti) ?? Capoluogo Molto numerosa la gente che ha deciso di sfilare ieri per le vie di Trento per manifestar­e la propria solidariet­à alle persone che fuggono dalle guerre. Tra loro rappresent­anti istituzion­ali e gente comune
(Foto Caranti) Capoluogo Molto numerosa la gente che ha deciso di sfilare ieri per le vie di Trento per manifestar­e la propria solidariet­à alle persone che fuggono dalle guerre. Tra loro rappresent­anti istituzion­ali e gente comune
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