FOTO TAROCCATA SCOPPIA LA LITE TRA GAY E DESTRA
Baldo: «Insulto. Lo scatto ricorda un suicidio»
Un’immagine fatta per ricordare la tragica vicenda di Leelah Alcorn, «un ragazzo che voleva essere ragazza», usata per un volantino di Fratelli d’Italia «contro l’educazione gender». Arcigay attacca e Poletti risponde: «Era senza copyright».
TRENTO Una fotografia trovata su Internet, il volantinaggio, un post su Facebook, ovvero il casus belli. È una vicenda che viaggia tra reale e virtuale. Un dibattito che collega Trento e l’Ohio: a dare il via al botta e risposta rovente una riflessione pubblicata ieri sul social network da Donatello Baldo (Arcigay) in relazione ai volantini in distribuzione in questi giorni davanti alle scuole da parte di Fratelli d’Italia. L’attacco: «Una storia vera di un ragazzo che voleva essere una ragazza. Questa foto però l’hanno usata quelli di Fratelli d’Italia per raccontare tutta un’altra storia, quella dell’ideologia del gender». La risposta: «L’immagine non aveva copyright».
Tutto è iniziato da una fotografia scattata da Rose Morelli: una transgender guarda in camera dopo aver pianto con il trucco sugli occhi e sulle labbra ormai colato. Una campagna di sensibilizzazione nata in ricordo di Leelah Alcorn, che si è tolta la vita il 28 dicembre 2014. La stessa immagine è stata usata da Fratelli d’Italia per realizzare dei volantini «contro l’educazione gender».
«Questi occhi tristi con il rimmel colato dal pianto, il rossetto sbavato, raccontano la storia di Leelah Alcorn, la storia vera di un ragazzo che voleva essere una ragazza. Questa foto però l’hanno usata quelli di Fratelli d’Italia per raccontare tutta un’altra storia, quella dell’ideologia del gender, l’ennesima storia che spaventa, che confonde, che mistifica la realtà — scrive su Facebook Donatello Baldo — L’originale è un grido di dolore che ha scosso le coscienze di milioni di persone. La foto taroccata da Fratelli d’Italia è invece l’ennesimo insulto, distribuito nelle scuole e appiccicato ai muri di mezzo Trentino». Quindi la storia della giovane: «I genitori le avevano imposto di frequentare un gruppo cristiano che praticava la terapia riparativa e l’avevano ritirata da scuola perché si vergognavano di lei». «Quest’immagine — prosegue Baldo — è stata usata per una campagna che in suo nome ha raccolto più di 300.000 sottoscrizioni affinché le terapie riparative siano messe fuori legge. Forse quelli di Fratelli d’Italia non lo sapevano, o forse sì. Ma che importa,